Martedì, 21 Luglio 2015 17:55

Luca De Filippo: "L'unica forza dell'attore è il volto"

«Al teatro e agli attori odierni manca il senso del rito, quella sana concentrazione che ti consente di entrare nel personaggio e raccontarne le dinamiche senza correre il rischio di portare la propria vita sul palcoscenico». Luca De Filippo non ha avuto nemmeno un attimo di esitazione e in un’ora carica di silenzi e occhi attenti ha raccontato ai ragazzi della Masterclass la sua storia umana e professionale con la placidità tipica di chi non ha più nulla da dimostrare. «La recitazione non è mai stata una scelta ma, fin dal momento in cui ho iniziato a calcare il palco con la compagnia paterna, ho avvertito il dovere di portare avanti una ricchissima tradizione familiare e, soprattutto, di esserne all’altezza senza apparire un privilegiato senza alcun merito reale». 

Sessantenne sempre più simile all’indimenticato padre Eduardo, l’attore di origini napoletane impegnato fino a pochi mesi fa con lo spettacolo Sogno di una notte di mezza sbornia ha difeso l’ultimo mezzo democratico di intrattenimento e di spettacolo: «sebbene la politica stia cercando a tutti i costi di rendere il teatro sempre più simile a una fabbrica, magari gestita da burocrati e preoccupata di soli numeri ed entrare, il palcoscenico continua a preservare ugualmente la sua magia e, in special modo, la sua oggettività. Fin quando, difatti, ci saranno degli attori e degli spettatori presenti nello stesso luogo e nel medesimo momento, le rappresentazioni teatrali non potranno permettersi di apparire falsate o faziose». 

Un suggerimento professionale, infine, prima di congedarsi dal giovane pubblico che lo ha insignito del premio Giffoni Experience Award: «A differenza dei musicisti e dei pittori, gli attori non hanno modo di dimostrare oggettivamente il loro talento. L’unica forza rimane il volto, e quello richiede anni di gavetta e di esperienza per poter dimostrare la veridicità di ogni ruolo. A chi vuole perseguire questa professione, pertanto, non rimane altro che lo studio e la vita vera». 

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