Sabato, 19 Luglio 2014 13:00

Ci Vorrebbe un Miracolo apre GEx Doc

 

Ci Vorrebbe un Miracolo di Davide Minnella inaugura GEx Doc, la nuova sezione del Giffoni Film Festival interamente dedicata ai documentari. Il miracolo a cui fa riferimento il titolo è quello che servirebbe per salvare il mare e la fauna ittica dai danni provocati dall’incuria e dalla superficialità degli uomini. Un documentario atipico, fuori dagli schemi, che mescola realtà e finzione per raccontare una ferita drammaticamente vera con i toni brillanti della commedia. Una cifra stilistica che è il frutto di una scelta ragionata: “Mischiare linguaggi diversi, scrittura e improvvisazione, è stata una sfida – ha affermato il regista – mentre alternare le vicende fittizie dei protagonisti alle interviste reali ai pescatori, i veri testimoni dei mali che avvelenano il Mar Mediterraneo, ci ha permesso di far passare un messaggio impegnativo, di dire qualcosa di serio suscitando un sorriso”.

Presenti in sala Lumiére, oltre al regista, gli attori Elena Di Cioccio e Gianluca Sportelli. A raccontare l’audacia e l’originalità del progetto, presentato fuori concorso, è stata la stessa Elena: “Abbiamo trovato un equilibrio tra il genere documentario e la commedia moderna all’italiana sullo scontro tra Nord e Sud. Ci siamo presi una bella responsabilità: abbiamo deciso di agire, di denunciare un problema reale. E l’abbiamo fatto quasi senza fondi: le riprese sono durate in totale tre settimane e sono state realizzate con il minimo indispensabile”.

“L’idea di base era quella di raccontare una situazione drammatica nella maniera più semplice – ha aggiunto Gianluca – è stato un lavoro duro, molto meno divertente di quello che è stato il risultato finale, ma la ricordo come un’esperienza magnifica”.

Il documentario ha già raccolto consensi in giro per i festival nazionali e internazionali, ma Minnella punta a un successo non solo di critica: “Il film non è pensato per la sala ma punta a raggiungere un pubblico il più vasto possibile. Mi piacerebbe che passasse in tv, e anche per questo ho scelto di adottare uno stile che si rifà al linguaggio del piccolo schermo”.