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Venerdì, 18 Marzo 2011 00:00

Claudio Gubitosi uomo dell'anno USA

 

 

Gubitosi uomo dell'anno negli Usa
Premiato il direttore artistico del Giffoni

Riconoscimento dei campani che vivono in nord America
«È uno dei fiori all’occhiello della provincia di Salerno»

Claudio Gubitosi durante la premiazione

Claudio Gubitosi durante la premiazione

SALERNO - I campani del Nord America lo hanno eletto "uomo dell’anno 2011". Orgogliosi e fieri di un conterraneo che ha saputo «esportare» un’immagine innovativa e dinamica della loro regione. Internazionale, vitale, effervescente. Scevra da luoghi comuni e pregiudizi difficili da estirpare. Claudio Gubitosi ha ricevuto l’importante tributo di affetto da parte della comunità italo-americana. La cerimonia si è svolta all’Hanover Manor, in New Jersey, all’interno dell’ottava edizione della «Festa dei Campani nel mondo». Il ricevimento è stato organizzato dalla "Federazione delle Associazioni della Campania - USA", che raggruppa oltre 50 club negli Stati di New York, New Jersey, Connecticut, Pennsylvania, California e Florida. «Il direttore artistico del Giffoni Film Festival rende orgogliosa la Federazione, che riconosce in lui uno dei fiori all’occhiello della nostra regione e della mia provincia di Salerno» ha detto il presidente Pasquale Carucci. Caggianese, Carucci è stato infaticabile ed entusiasta promotore. «La motivazione principale di questa scelta è l’intento di proporre alle giovani generazioni un modello, un esempio di vita che sproni i ragazzi a costruire il loro futuro con coraggio, dedizione, volontà e impegno». Commosso il presidente del comitato della festa, Fausto Napoli, giffonese: «Ho avuto modo di vivere il Festival sin dalla sua nascita, un’esperienza unica al mondo che ci rende ancora più fieri di essere campani».

Al gala erano presenti i rappresentanti della diplomazia italiana di New York e del New Jersey. A fare gli onori di casa, il console di Newark Andrea Barbaria; in rappresentanza del console generale di New York Francesco Maria Talò, invece, il console aggiunto Marco Alberti. «Il nostro Festival è riuscito a fondere due istanze importanti: le forti e inconfondibili radici campane, salernitane in particolare, con una peculiare vocazione cosmopolita» ha sottolineato Gubitosi nel suo discorso di ringraziamento. Una vocazione glocal, dunque, in cui identità e internazionalizzazione trovano la massima espressione. «Quella di Giffoni è stata una grande scommessa, sulla quale pochi avrebbero puntato». Un sogno impossibile iniziato nel 1970 . «Come avrebbe potuto una cittadina così piccola, osare tanto: aspirare a divenire la capitale mondiale del cinema per ragazzi? Eppure sono sempre stato convinto che ciò che conta non sono i mezzi o i luoghi. Piuttosto contano le idee, le visioni». La storia gli ha dato ragione. «Mi chiedono spesso quale sia il segreto del successo del Festival. Io non credo che ve ne sia uno. Un segreto presuppone un baro. Nel nostro caso, invece, c’è solo la caparbia tenacia di un sogno».

E gli attestati di stima da parte dei più grandi artisti internazionali, non si sono fatti attendere. Tra i tanti ricordiamo quello di Jon Voight, attore, regista, produttore cinematografico (nonché padre di Angelina Jolie), che ha diretto la sezione americana del Giffoni Film Festival: «Mi sono spesso chiesto perché i più grandi attori e registi internazionali abbiano scelto noi. Ebbene, secondo Jon Voight, è merito dei nostri ideali che rappresentano il vero valore aggiunto rispetto a quanto di simile possa nascere in qualsiasi altra parte del mondo» continua Gubitori. E ancora, come dimenticare quanto scrisse uno dei più grandi cineasti di tutti i tempi, François Truffaut, in una memorabile lettera: «Di tutti i festival del cinema, quello di Giffoni è il più necessario». Oggi il Giffoni Film Festival è una delle più importanti rassegne cinematografiche dedicate ai ragazzi, con 3000 giurati provenienti da cinque continenti e quarantuno nazioni. Ed è proprio la spiccata vocazione del Festival a cercare e creare connessioni a costituire il file rouge del quarantunesimo appuntamento presentato qui ai Campani d’America. "Link" sarà il tema dell’edizione 2011, prendendo spunto dalle parole di Galileo Galilei, a metà tra scienza e filosofia: «Le cose sono unite da legami invisibili: non puoi cogliere un fiore senza turbare una stella». Anche i ragazzi italo-americani si preparano a questa nuova avventura. Da qualche tempo, infatti, la federazione partecipa attivamente, grazie ad un proficuo protocollo di intesa tra i due enti. Una quindicina di giovani, figli di emigrati italiani negli Stati Uniti, ogni anno parte per Giffoni. «Credo che sarà possibile rinnovare questo impegno per altri dieci anni» ha assicurato Gubitosi. Impegno salutato con grande entusiasmo. «Ci auguriamo che presto la sezione internazionale si arricchisca con il segmento Giffoni New York».

Intanto la festa continua, tra sapori e musiche popolari di una terra lontana oramai, eppure ancora tenacemente amata. In questa piccola enclave della Campania Felix d’Oltreoceano, allegrissimo è il mix di accenti inconfondibili: dall’irpino al napoletano verace, dal salernitano cittadino a quello dell’entroterra. Il silenzio cala in sala alle prime note de "The Star-Spangled Banner". Sventolano il tricolore e la bandiera a stelle e strisce. Tutti hanno la mano sul petto, ma iniziano a cantare solo quando risuonano le prime note del «Canto degli Italiani». L’inno di Mameli convoglia emozioni e ricordi, orgoglio identitario e tenace attaccamento alle proprie radici. Ma forse è la chiusa del canto americano che meglio racconta questo viaggio di Claudio Gubitosi negli Stati Uniti, l’«architetto dell’immaginario», come lo hanno definito a più riprese: «O'er the land of the free and the home of the brave», sulla terra dei liberi e la patria dei coraggiosi. «Sogniamo – ha detto a conclusione del suo intervento – e crediamo che le nostre idee possono essere realizzate». Quale migliore appello, nella patria dei sognatori pragmatici?

Manuela Cavalieri 
Fonte: Corriere del Mezzogiorno (online)

 

{gallery}/news2011/marzo/newyork/:153:135:0:2{/gallery} Foto di Laura Razzano
Last modified on Mercoledì, 28 Settembre 2016 08:39