Domenica, 13 Giugno 2021 10:07

Il team di Giffoni si presenta ai direttori dei festival di tutta Italia: “I ragazzi non sono pubblico, ma i veri protagonisti”

Nella seconda giornata di lavori dedicata all’incontro tra più di 200 rappresentanti di 100 festival e rassegne cinematografiche italiane, i direttori di sei diversi dipartimenti di Giffoni hanno raccontato ai presenti la loro esperienza professionale per scambiare idee e “trasferire esperienze” come ha annunciato il fondatore e direttore Claudio Gubitosi. “In principio Giffoni era un festival – ha esordito Marco Cesaro, direttore del dipartimento dedicato a Progetti speciali e bandi - ora però siamo qualcosa di diverso: un mix dove convivono iniziative. Abbiamo all’attivo 54 progetti e l’85 per cento dei bandi aggiudicati, ci occupiamo di Festival e cinema per la scuola, prevenzione e contrasto al disagio giovanile, cyberbullismo e violenza di genere. Stiamo portando avanti idee per un festival della legalità, un laboratorio di talenti per la formazione di giovani e abbiamo inaugurato finalmente un progetto al quale stiamo lavorando da anni: Sedici Modi di Dire Ciao, che investirà per 5 anni 5 regioni partner. Sicuramente il nostro principale obiettivo è la creazione di reti territoriali virtuose, scuole e operatori culturali, ma tenendo sempre a mente che solo con una continua e precisa cooperazione tra le parti si può lavorare e progettare il futuro”.

A raccontare il piano di sviluppo di Giffoni 2021-2027 è invece Davide Russo, assistente del direttore Gubitosi. “Il Festival per noi giovani è una sorta di La Mecca – ha esordito – e lavorare qui è un vero e proprio sogno, con la consapevolezza di poter trasformare un progetto locale in qualcosa di internazionale”. Solo nel periodo di luglio, l’esperienza Giffoni coinvolge 144 milioni di persone, raggiunte tramite diversi media e canali tra web, tv, stampa e radio. “Vogliamo investire sul capitale umano per continuare a rendere Giffoni moltiplicatore di conoscenze e felicità, più smart e giovane – ha continuato - puntando ad avere sempre qualcosa di più. Nei prossimi anni nascerà qualcosa di importante, Gubitosi guida una macchina straordinaria e dobbiamo convincere gli investitori a puntare sui giovani e sul Giffoni che verrà”.

Luca Tesauro invece è Ceo e Founder di Giffoni Innovation Hub. “Grazie a Giffoni ho capito perché dovevo restare qui e non andare via dal mio paese – ha raccontato – insieme al direttore Gubitosi abbiamo immaginato il Festival da qui a 50 anni. Giffoni è il chiaro esempio di come un singolo evento, con un insieme di persone che vogliono fare qualcosa per il territorio, può usare i giovani e creare risorse e investire sui progetti. Il termine chiave è ‘osare’ ma lasciando liberi di sognare, immaginando come sviluppare nuove attività partendo dalle esigenze di mercato: ad esempio le start up, provando a fare formazione, attraendo persone con nuove opportunità. Dobbiamo rischiare, creare nuovi progetti e connetterci con le vere esigenze dei giovani”.

L’aspetto comunicativo è fondamentale per Giffoni. “Dobbiamo comunicare con tutti i sensi!” ha precisato Gubitosi. A capo del dipartimento della gestione della comunicazione c’è Marco Fontana. “Noi abbiamo imparato ad andare oltre la comunicazione – ha precisato - 7 giorni su 7, perché la comunicazione non si ferma. Nonostante la nostra strada sia già stata tracciata dal direttore Gubitosi non bisogna mai rilassarsi, sentirsi arrivati, ma rischiare, osare, non fermarsi e a volte avere il coraggio di sbagliare, per migliorarsi. Il sogno – ha concluso Fontana - è portare il nostro reparto comunicazione a diventare una vera e propria agenzia creativa e offrire dei servizi anche ad altre realtà esterne, creando una vera e propria Rete Giffoni”.

Reparto centrale di Giffoni è quello creativo, che si occupa, ad esempio, di tutta la ideazione, creazione e produzione dei video che si vedono al festival. “Come possiamo trasferire la felicità?” Questa la domanda di Gubitosi a Luca Apolito, direttore creativo di Giffoni, che ha raccontato la strategia della ‘Factory’. “Gli ex giurati – ha spiegato Apolito - in una forma laboratoriale, pensano e producono contenuti. Se i giurati si caricano di felicità, scoprono un altro punto di vista, si reinventano, il virus felicità si innesta in questi giovani che tornano a casa diffondendo questo sentire”. Per Apolito uno dei punti di forza di Giffoni è quello del rapporto che si crea con i giurati. “Con Giffoni il dialogo è diretto, non ci sono filtri, sono tutti sullo stesso livello – ha concluso - Una delle grandi possibilità che hanno i festival è quello di abbattere le distanze con il pubblico, creando una rete propositiva, mettendosi in gioco”.

Un altro aspetto su cui il Festival fa leva è l’importanza data al settore Marketing e Fundraising. A parlarne è Marco Fronza, direttore di Giffoni Media Service. “Da aprile 1999 questo reparto coinvolge tutti i settori del Festival – ha precisato - vendere un evento culturale non è facile perché dobbiamo proporre qualcosa di immateriale: così abbiamo deciso di spostare la lancetta sui valori di Giffoni, a volte diversi e contrastanti, ma che lo rendono una forza completa e un brand riconoscibile”. Applicare la filosofia del festival si è rivelato vincente: “vendere emozioni e non eventi – ha continuato Fronza - trasmettere felicità, credibilità, sicurezza al proprio pubblico. Giffoni non deve perdere la propria identità offrendo il proprio supporto alle aziende: i giovani non sono solo pubblico, ma protagonisti. Così il valore emozionale diventa strategia di vendita”.

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