Venerdì, 11 Giugno 2021 18:21

Il sociologo De Masi ai direttori del festival del cinema: “Siete distributori di felicità”

Vedete che organizzazione perfetta? Qui, se pure dovesse cadere un soffitto, lo riparano in mezz'ora. Perché Giffoni è un po' la Lourdes del cinema italiano”. Istrionico e brillante, il sociologo Domenico De Masi alterna citazioni colte a battute di spirito nell'incontrare la platea di circa duecento direttori e direttrici di un centinaio di festival e manifestazioni cinematografiche, ospiti del fondatore e direttore di Giffoni Claudio Gubitosi per provare a fare rete e a immaginare insieme il futuro della cultura.

Che per De Masi non può prescindere proprio dal prezioso ruolo svolto dai festival, definiti non a caso le università invisibili. “Abbiamo avuto un paio di pessimi ministri dell'istruzione – ricorda – che sostenevano che negli atenei dovessimo insegnare ai nostri studenti le famose tre I: impresa, informatica e inglese. Ma abbiamo mai pensato che il lavoro occupa un decimo delle nostre vite? E degli altri nove decimi chi dovrebbe occuparsene se non il mondo della formazione?”. Non solo: la forza dei festival, sostiene, “è che suppliscono alla trivialità della televisione e alla noia delle Accademie”.

Proprio per questo, il sociologo si è rivolto ai direttori e alle direttrici invitandoli a riflettere sull'importanza del loro ruolo in quanto “distributori di felicità”. “Siete dei folli – dice scherzando – vi siete mai chiesti perché lo fate? Perché sapete di essere animatori di eventi che regalano emozioni”. Quindi, in teoria, le frecce da scoccare sono veramente tante. Ma come si fa a convincere il territorio? O a stringere relazioni con le istituzioni? Come si vince la dispersione connaturata a una grande città? O la sfida in ambienti difficili? Sono queste alcune delle domande poste dai vari esponenti delle rassegne presenti nella sala Truffaut della Cittadella del Cinema. De Masi non si è sottratto al confronto, spiegando, che per far funzionare le cose, occorre l'emozione e la regola, che è poi anche il titolo di uno dei suoi libri. E che oggi più che mai, saper fare squadra è sostanziale, “perché il singolo è inerme, ma la rete vince”.

E dalla rete dovrebbe partire un messaggio importante, che spesso si tende a sottovalutare: l'ozio creativo, frutto della sinergia tra “il lavoro che produce ricchezza, lo studio che porta all'apprendimento e il gioco che regala il benessere”. Eppure alle volte non è semplice riuscire ad emergere o semplicemente ad affrontare le difficoltà del quotidiano. A partire dalla partecipazione ai bandi pubblici, che spesso coinvolgono anche le istituzioni scolastiche: “La conoscenza delle opportunità è fondamentale – sottolinea Maria Giuseppina Troccoli dirigente del Ministero della Cultura, Direzione generale per il cinema – Forse anche noi possiamo fare di più in termini di comunicazione. Vi invito a seguirci e a sfruttare tutte le possibilità che di volta in volta si presentano”.

Anche questo è un tassello importante della sfida fortemente voluta da Gubitosi: “Siamo quasi obbligati a stare insieme con sincerità e con il desiderio di conoscerci. C'è un'Italia meravigliosa fatta di 1800 eventi, dentro i quali ci sono uomini e donne che lavorano con sacrificio, convinti che le loro azioni siano fondamentali. Questa è l'Italia che amo. Ma cosa fare oggi? Semplice. Un gesto potente: distruggere e ricostruire, perché non possiamo guardare avanti con una macchina che risale al 2019. Le cose sono cambiate. Chiediamoci dove andiamo e con chi. Io credo che non si andrà da nessuna parte se non si è capaci di recuperare una base valoriale”.

A salire sul palco anche il giornalista Tonino Pinto. “Sono arrivato al Festival di Giffoni per caso, mandato all’epoca per fare un servizio su questa nuova rassegna che stava cominciando. Confesso che all’inizio ero titubante, ma me ne innamorai subito. La cosa che lo rende unico nel suo genere è che non è solo un'iniziativa dove arrivano grandi star – continua Pinto - ma un progetto pensato a misura dei giovani. Se entri nel meccanismo del visionario Gubitosi, vieni completamento rapito e la chiave di volta di tutto sono soprattutto loro: i ragazzi”.