Sguardo intenso, pronto a raccontare una carriera contraddistinta dallo studio e dalla dedizione. Sguardo deciso, di chi si è dovuto costruire tutto con le proprie mani: “Mi sono fatto spazio con tenacia per conquistare ogni piccola briciola, con il rispetto e l’educazione nei confronti di un mestiere che rappresenta tutta la mia vita”. Lo sguardo di Arturo Muselli ha qualcosa di speciale, racconta senza esitare le emozioni e la forza di un amore che gli ha cambiato la vita: quello per la recitazione che ha fatto di lui “un uomo felice”.
A #Giffoni2019 si è lasciato avvolgere da tutta quell’aria di verità che immaginava, senza mezze misure e sovrastrutture: “Questo Festival lo immaginavo proprio così, in questi giorni ci ho pensato tanto e dalle cose che avevo visto in questi anni e dai racconti che mi avevano fatto mi ero fatto un’idea precisa di questo posto – ha spiegato -. E non ho sbagliato, ho visto quella luce e quei sorrisi che mi avevano tanto incuriosito. Ho visto quell’energia pura, rara. Ho trovato un mondo all’altezza dei sogni, a misura di speranza”. Magia, effettiva e travolgente, in un incontro che ha unito alle aspettative quella voglia di conoscersi e scoprirsi ancora più belli e reali. E così, il Festival e Muselli si sono trovati simili, vicini più che mai.
“Giffoni è un Festival unico, ha un’energia completamente diversa – ha continuato -. So che quando piove qui, piove male, ma io sono sicuro che se il Festival si svolgesse a dicembre in un giorno di fulmini e saette, il sole splenderebbe alto lo stesso. Qui c’è sempre il sole, si nutre della vostra energia e splende senza chiedere nulla in cambio”. Una melodia di sguardi e parole, semplice ed entusiasmante. “Quando mi approccio ad un personaggio, mi libero dai cliché e da quelle cose già viste – ha risposto alle domande dei masterclassers -. Propongo sempre qualcosa di diverso, e non è un discorso di presunzione, è un atteggiamento per provare a muovere e proporre delle cose diverse. Mi metto al servizio dei personaggi perché credo sia l’atteggiamento più onesto che possa esserci”.
Laureato in Lettere Moderne con specialistica in Filologia Moderna alla Federico II di Napoli, la sua carriera cinematografica inizia nel 2004, con Le conseguenze dell’amore di Paolo Sorrentino: Muselli è attore, regista, fotografo, fondatore di una compagnia ed educatore teatrale, tra i volti simbolo della serie Gomorra. Un artista a trecentosessanta gradi, semplicemente. “Il teatro è il cinema hanno una missione, dialogare con il pubblico e far arrivare delle cose – ha aggiunto -. Il talento va alimentato e accompagnato attraverso lo studio. Tenete sempre ben presente la curiosità, ma allo stesso tempo ricordatevi di crescere umanamente perché la tecnica senza le emozioni non funziona”.
Il suo Enzo Sangue Blu in Gomorra è un giovane boss ambizioso e spietato, quell’interpretazione impeccabile è sicuramente il ruolo che lo ha consacrato al grande pubblico. “In Gomorra ogni personaggio riesce ad avere tante evoluzioni – ha spiegato ai giffoners -, ed è interessante per un attore dover sempre regolare e sviluppare nuove sfumature. La cosa che cambierei? Salverei l’occhio di Sangue Blu, è complicato lavorare così”. Ma le dinamiche di potere tanto care al personaggio che Muselli interpreta nella fortunatissima serie sono lontane dall’attore napoletano: “Non mi appartengono, sono una persona determinata ma perché ho degli obiettivi che raggiungo con lo studio e la caparbietà. Non pesterei mai i piedi a qualcuno per raggiungerli”. Al suo talento, alla sua semplicità e alla sua arte, il premio dedicato alle nuove promesse del cinema, l'Explosive Award. “Non date tutto per scontato, guardate oltre. Questo Festival vi aiuta a crescere – ha concluso -. È la proiezione di quello che sarà il futuro. Guardarvi così preparati e interessati è la testimonianza che avremo un cinema migliore”. Per un primo appuntamento di emozioni, sguardi e promesse: “Grazie per non aver tradito le mie aspettative Giffoni, ci vediamo presto”.