Mercoledì, 24 Luglio 2019 15:14

Ciro D'Emilio: "Al Giffoni i giovani imparano a conoscere la vita e la bellezza"

Esiste una gioventù con Giffoni e una gioventù senza Giffoni. Una gioventù che ha appreso l’amore per la vita, l’arte e la bellezza, e una restante fetta che non saprà quanta magia scorra in questi luoghi”. Parola di Ciro D’Emilio, il talentoso regista autore di “Un giorno all’improvviso”.

Tornare al Giffoni Film Festival nelle vesti di cineasta e di docente di regia per i masterclasser è una responsabilità enorme che mi lusinga molto”, ha aggiunto D’Emilio, dal 2011 alla guida dell’associazione culturale Road to Pictures Films. “Ho scelto di tracciare un percorso breve ma corposo, che ponga in evidenza il delicato rapporto dell’uomo con il cinema. Un modo concreto con cui smettere di far credere ai tanti ragazzi che intendono studiare regia che questa delicata arte si possa apprendere con la teoria enunciata sui libri. Il percorso per arrivare ad essere i cineasti del futuro, viceversa, è costellato di azioni pratiche, di gesti concreti. Non credo potrà mai esistere un docente capace di lasciar calare dall’alto dei paradigmi assoluti in materia, delle verità universali. Viceversa, forte anche del mio percorso, continuo a credere che l’unica strada possibile sia quella del dubbio e dell’incognita”.

A lasciar parlare l’artista partenopeo è anche la forza derivante dall’esperienza maturata nelle vesti di giurato del Giffoni: “Oggi, alla luce dell’enorme riconoscimento ottenuto grazie alla mia prima resa in regia, inizio a credere che sia iniziata una terza fase della mia esistenza artistica. La prima, probabilmente quella fondante e su cui ho gettato le basi del mio amore per il cinema, parte proprio da questo indimenticata luogo. Io, ragazzo di provincia con alle spalle un percorso di studi non particolarmente allineato con quanto richiedesse la formazione cinematografica, ogni anno toccavo con mano la diversità dei miei compagni di avventura. Le loro alterne esperienze, i loro studi, passioni comuni e non, hanno costituito un ampissimo bacino di input da cui attingere e da cui trarre la giusta spinta per non abbandonare il mio sogno. La fase centrale, probabilmente quella più delicata e perciò la più intensa, è stata quella che ha corso tra la fine del periodo giffonese e l’arrivo dei primi riconoscimenti. In quel frangente ho sperimentato, messo in pratica parte degli insegnamenti diretti e indiretti, ma soprattutto ho voluto dare libero sfogo alla mia ricerca del bello e del vero”, ha concluso il regista.