Martedì, 23 Luglio 2019 18:44

Carlo Borgomeo incontra la Masterclass Connect: “Investire nel sociale prioritario per lo sviluppo del Sud”

Il sociale fattore di sviluppo. O meglio precondizione dello sviluppo: è stato questo in sintesi il tema dell’incontro con Carlo Borgomeo nell’ambito della Masterclass Connect all’Antica Ramiera di Giffoni. Non solo perché Borgomeo, attuale presidente della Fondazione con il Sud, non si è risparmiato e ha ascoltato con attenzione i ragazzi tra aspirazioni, sogni ed aspettative di vita. Un incontro intenso, molto apprezzato e dal quale è emerso un profilo molto singolare: quello di un intellettuale dotato di grande operatività, un esperto di sviluppo locale di grande prestigio. A introdurlo il direttore di Giffoni Claudio Gubitosi: “Borgomeo - ha detto presentandolo ai masterclassers - è uno dei personaggi più importanti che abbiamo in Italia. Ha gestito e promosso tante progettualità legate alla formazione, al sociale. Amministra risorse e ha una responsabilità di migliaia di progetti, un ruolo chiave per il nostro Mezzogiorno”.

L’intervento del presidente di Fondazione con il Sud parte da un sincero racconto di sé, della sua vita, delle sue esperienze professionali. 72 anni, napoletano, una laurea in giurisprudenza e un avvio di carriera come sindacalista, prima a Brescia e poi a Napoli. Il sindacato è una parentesi che Borgomeo lascia in seguito ad una delusione, quella di non essere riuscito in una battaglia di rinnovamento che aveva provato a portare avanti nella sua federazione partenopea. Chiusa una porta, si apre il portone del Censis che lo porterà a lavorare in seguito con il Ministro Salverino De Vito. Borgomeo è stato di fatto l’esecutore di una legge pionieristica e per certi versi visionaria: quella sulla promozione dell’imprenditorialità giovanile al Sud, una sorta di provvedimento dedicato alle start up ante litteram. La legge 44 del 1986 nasceva per dare opportunità ai giovani meridionali di fare impresa con una dotazione di 2.300 miliardi di vecchie lire e con incentivi davvero appetibili. Dopo quest’esperienza Borgomeo ha guidato Sviluppo Italia, impegnata nel finanziamento del cosiddetto Prestito d’onore che negli anni ha sostenuto 37mila pratiche, 37mila iniziative imprenditoriali. Poi ancora un cambio di vita. Una parentesi dedicata allo trasformazione urbana di Bagnoli, una società di consulenza propria fino all’inizio dell’attività di Fondazione “Con il Sud” che, ancora oggi, Borgomeo presiede.

“Questo - ha dichiarato - è stato il lavoro più bello che mi poteva capitare: sostenere le esperienze di welfare attraverso progettualità per l’inclusione sociale, iniziative educative, progetti per figli o famiglie di detenuti, azioni per le donne vittime di violenza. Poi è partita la linea per la valorizzazione dei beni comuni. La logica di questi interventi è quella secondo cui, attraverso la valorizzazione di un bene comune, si rafforzi la dimensione comunitaria di un territorio”. Fondazione con il Sud è un’istituzione privata, finanziata con risorse private, per buona parte composta da fondazioni bancarie, che amplia ogni anno le sue attività ed il suo raggio d’azione: “E’ da queste iniziative – ha aggiunto Borgomeo – che è nata l’idea di un fondo nazionale per la povertà educativa minorile valido per tutta Italia e non solo per il Sud, che deriva da un accordo tra il Governo e le Fondazioni bancarie con dotazione finanziaria nei due trienni di 600 milioni di euro. E’ da qui che come Fondazione abbiamo avviato una riflessione legata alla considerazione che queste nostre iniziative potessero certo rispondere ai bisogni della gente, ma, nel contempo, determinare contesti per lo sviluppo possibile”.

Da qui Borgomeo avvia una riflessione sul Sud, sulle politiche straordinarie che negli ultimi settant’anni in Italia sono state attuate per colmare il divario con il Nord: “Non hanno funzionato – dice Borgomeo – la questione è capire il perché”. Le letture sono diverse, gli approcci numerosi, alcune posizioni di stampo anche razzistico o comunque discriminatorio. “Come fondazione – ha spiegato - abbiamo compreso che una delle premesse dello sviluppo è il capitale sociale che di fatto è e fa comunità. Il welfare viene prima dello sviluppo. Il sociale viene prima dello sviluppo. Al Sud serve, perciò, investire sul sociale. Dobbiamo avere tutti la consapevolezza che nel momento in cui  si investe sui bambini del Mezzogiorno si sta investendo sullo sviluppo complessivo del Paese”.

Lo sviluppo di un Paese si misura anche dalla capacità di dare opportunità ai giovani. Che devono avere il diritto di andare ma anche il diritto di restare. “La vera questione dei giovani – ha spiegato Borgomeo  - non è il trattenerli qua, ma è fare in modo che se vogliono andare a Berlino possono farlo, ma non devono essere costretti a farlo. La politica deve lavorare per rendere attrattivi questi territori. Bisogna fare politiche che non guardino al posto di lavoro, la questione vera è quella di dare opportunità”.

Certo, si tratta di processi lunghi: “La grande obiezione che ci viene mossa – dice - è che ci vuole tempo. Però questo tipo di sviluppo a cui lavoriamo è duraturo. L’aiuto deve determinare meccanismi responsabilità, altrimenti  diventa assistenzialismo ed è uno strumento oppressivo”.

Infine un accorato appello ai ragazzi di Giffoni: “Seguite la passione – dice – ma fatelo con buon senso e soprattutto specializzatevi. Imparate l’inglese meglio dell’italiano. La logica è quella di avere persone libere. Libere di decidere per sé, per la propria vita, persone libere di cambiare”.