Martedì, 23 Luglio 2019 20:30

Dolcissime, il cast ai giffoners: "Accettatevi perché siete bellissimi!"

"Un film tutto al femminile e per di più incentrato su un'età molto lontana dalla nostra: una vera e propria sfida! Ringraziamo Vision Distribution per averci sempre creduto e Giffoni 2019 per averlo accolto": così Francesco Ghiaccio e Marco D'Amore in apertura di DOLCISSIME l’opera seconda di Ghiaccio, sceneggiata con D’Amore presentata in anteprima nel quinto giorno della 49esima edizione del Giffoni Film Festival. Il film - una produzione Indiana Production e La Piccola Società in collaborazione con Vision Distribution e con il sostegno di Film Commission Torino Piemonte - uscirà nelle sale il prossimo 1 agosto distribuito da Vision Distribution. Sempre qui, nel 2016, D'Amore e Ghiaccio hanno presentato Un Posto Sicuro, lungometraggio sulle morti per amianto nella fabbrica Eternit: questa volta arrivano con una storia dai toni e contenuti diversi, ma non meno profonda.

Con loro Valeria Solarino e le giovanissime protagoniste Giulia Barbuto Costa Da Cruz, Alice Manfredi, Margherita De Francisco e Giulia Fiorellino. "Ho amato tantissimo questa storia per i temi che tratta e per la delicatezza con cui lo fa" dice la Solarino, nel ruolo di una madre rigida e chiusa. "Si tende sempre a dare etichette: troppo semplice definirlo un film sull'obesità. Dolcissime racconta di una fase della vita - dice D'Amore - Il cuore della storia è vedere queste quattro ragazze riconoscersi negli stessi problemi e nelle stesse incertezze". "Non importa che forma o che colore si abbia: siamo uguali" sottolineano le protagoniste che ribadiscono con forza un punto centrale del racconto, l'invisibilità subita. "Siamo invisibili perché non siamo quello che la società chiede. Ed è una brutta sensazione" aggiungono.

"Le protagoniste cercano il proprio posto nel mondo, una dimensione che non è solo dell'adolescenza - dice Ghiaccio - e la mancanza di diritti uguali per tutti rende anche noi quarantenni invisibili per molti versi". "Io invece vorrei diventare invisibile, quasi dimenticato: quando mi dicono che sono bravo in qualcosa smetto di farla. Mi hanno detto 'sei un attore fantastico' e ho smesso... Toni Servillo me lo dice sempre di aprire una pizzeria", scherza D'Amore, sempre più in cerca di una mimetica dimensione autoriale.

La sfida dei ragazzi, invece, è quella di trovare una propria dimensione nel mondo: i Giffoners l'hanno trovata nell'appartenenza a un'esperienza capace di dare tante opportunità, in cui la diversità è ricchezza, non una minaccia, "come invece succede in questo periodo, seguendo un crinale molto pericoloso" precisa D'Amore. "Verso i ragazzi c'è una generale sensazione di sfiducia: si pensa siano meno impegnati e attenti rispetto al passato e invece manifestano il loro interesse in modi diversi" sottolinea D'Amore, con il pensiero rivolto anche ai jurors e ai masterclassers del Festival.

A loro arriva forte la voce delle protagoniste: "Accettatevi perché siete bellissimi! Volersi bene è importante quanto avere al fianco qualcuno che vi apprezzi. Non vi basate su modelli o etichette, non è questo che conta".

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