Giffoni Identity

Identità, Missione e Visione di una bella storia italiana

DA IERI AD OGGI: UNA RIVOLUZIONE IN MOTO PERPETUO

La rivoluzione spesso è un istinto, più che il frutto di un ragionamento.

Giffoni Experience ha sempre assecondato il suo istinto naturale, motore incosciente di uno stravolgimento delle regole, dei dettami, dei crismi dell’apparato culturale italiano. E non solo italiano.

L’istinto di Giffoni e del suo fondatore hanno portato fin dalla creazione del Festival una rivoluzione dello sguardo, un sovvertimento delle prospettive.

Si guarda ai ragazzi.

I ragazzi: più che una parola chiave, una porta d’accesso per capire il fenomeno, il miracolo, il caso Giffoni, tutti termini solenni che sono stati attribuiti alla nostra realtà e che rappresentano in qualche modo il tentativo di cucire insieme i lembi di una ferita che ci si procura quando si prova ad agguantare questo “oggetto” ostinatamente inafferrabile quale Giffoni effettivamente è.

Sin dal primo vagito del Festival, l’attenzione è stata concentrata unicamente su di loro.

Se è vero che i giovani per essere migliorati devono essere amati, e che per farli fiorire al meglio devono essere guardati in un certo modo, Giffoni ha mostrato da subito la sua prima Mission in qualche modo destabilizzante: riconoscere ai ragazzi la loro identità.

E questo lo si fa ammettendo che alla loro età la vita è una promessa che non va tradita, un laboratorio di opportunità che non vanno rimandate, un momento di vocazione che non va deluso.

Dal 1970, e cioè dal primo fremito dell’Idea Giffoni, dalla prima edizione del Giffoni Film Festival, sono passati quasi 48 anni e oltre 17.000 giorni che non hanno spostato di un centimetro l’asse dello sguardo di Giffoni, ancora fisso sui ragazzi e sulla loro innegoziabile specificità.

Non è cosa da poco tenere la barra del timone dritta lungo una stessa traiettoria nonostante mari inquieti, come la società che sta cambiando sempre più velocemente, dentro ad un oceano di tempo e in mezzo a tempeste violente, senza mai deviare, senza ammainare le vele per seguire rotte più docili e venti più dolci.

Giffoni Anno Zero ha lo stesso patrimonio genetico di Giffoni stessa e si appresta a doppiare il Capo Horn dei suoi 50 anni di vita, di storia, di unicità.

 

LA DIVERSITÀ DI GIFFONI

Riconoscere la completezza e la specialità dei ragazzi significa anche saperli distinguere, capire che c’è differenza tra bambini, ragazzi, giovani che hanno già “fatto la muta lasciando dietro di sé le piume dell’adolescenza.

Per questo la scelta dei film di Giffoni ha viaggiato sempre in parallelo alla considerazione di queste diversità, fino a conquistarsi una leadership indiscussa nella capacità di selezionare e di accogliere il meglio della produzione mondiale dedicata alle generazioni più fresche.

Un’altra rivoluzione osando l’impossibile: spostare i limiti della periferia, della sotto-provincia italiana, fino ad inglobare il mondo stesso e a portare tra le fragili braccia di un piccolo paese meridionale titoli importanti, opere necessarie e personaggi dal peso così rilevante che le loro orme, in termini di eredità culturale e di pensiero, ancora adesso sono ben visibili e marcate.

La seconda parte della Mission, quindi, è una conseguenza della prima e si inserisce a pieno titolo in un gioco di connessioni che traccia con precisione il ricamo della complessa Idea di Giffoni: essere un punto di riferimento mondiale del cinema per i ragazzi e per le loro famiglie.

Un cinema diverso, quello di Giffoni.

I suoi film, setacciati con un lavoro che non lascia niente al caso e che scandaglia l’intero corpus della produzione mondiale teen, sono reali e spesso duri, sicuramente mai condiscendenti. Esprimono al tempo stesso un discorso sul cinema e un punto di vista sempre giovane, grazie a una selezione accurata che assegna all’infanzia, all’adolescenza e alla prima età adulta il centro gravitazionale della storia intorno alla quale orbitano la bellezza, i tormenti, le angosce, i desideri, i sogni, i conflitti e le lacerazioni di un’età acerba, turbolenta e, proprio per questo, meravigliosa.

Una selezione che fa divampare interrogativi e produce dubbi, senza risposte semplici e dettate dall’alto.

Il cinema di Giffoni diventa così un marchio di qualità, un sigillo di differenza.

 

GIFFONI È SOCIALE

L’istinto che genera rivoluzione. Ancora.

È per un impulso naturale che Giffoni non ha potuto più accontentarsi, ad un certo punto, di proporre semplicemente un carnet di film, seppur distillati con maniacalità da gemmologo, e un programma tagliato a misura di famiglia.

Giffoni guarda al dopo, butta continuativamente un’occhiata perentoria nel retroscena della sua stessa realtà così come si scoccava un dardo infuocato per salvare il proprio compagno in battaglia, perché il palco del Festival non può bastargli più.

Giffoni adesso si inoltra nei territori limitrofi iniziando a sperimentare la naturale vocazione ad occuparsi di giovani a tutto tondo, anche in campi diversi da quello del cinema.

È un lavoro continuo di espansione e di esplorazione che porta ad intercettare nuovi spazi, nuove forme, nuove dinamiche legate al tessuto fluttuante delle ultime generazioni.

È un passo epocale, è la trasformazione di un evento ad orologeria, e cioè con delle date di scadenza precise, in un osservatorio permanente sul mondo della giovinezza. Ma quest’osservatorio ha una forma particolare, tutta sua, perché spesso gli osservatori sono “entità monitor” che si limitano a registrare passivamente, a mettersi a distanza per formare giudizi ed emanare sentenze.

L’osservatorio di Giffoni, invece, ha a che fare con la curiosità scientifica dell’entomologo.

Giffoni non è niente del genere. Sin da quando ha spostato l’asse della sua attività OltreFestival ha scavalcato l’argine del puro monitoraggio del mondo dei ragazzi, per incidere sul campo, per lasciare un segno, per far seguire l’azione alla pura contemplazione con uno scopo preciso: aiutare la lettura globale di un tessuto sociale, laddove troppo spesso ci sono solo pezzetti di realtà sconnessa, coriandoli lanciati per aria senza un disegno preciso.

Non si contano le associazioni, gli enti, le istituzioni che cercano Giffoni per entrare in contatto con i ragazzi, per “stanarli” e trovare una linea di comunicazione che non solo lasci passare messaggi, ma che possa davvero creare un impatto sulla loro vita.

La devianza sociale, il bullismo e il cyber-bullismo, la lotta alla dispersione scolastica, la violenza di genere, l’impegno civile, la legalità, infatti, sono tutti temi affrontati da Giffoni con un linguaggio che viene ascoltato e decodificato dai giovani, laddove senza una lingua condivisa questi stessi temi finirebbero solo per diventare bucce di parole prima svuotate di sostanza e di senso, poi buttate senza rispetto lungo la strada della vita.

 

GIFFONI VUOL DIRE FIDUCIA

I ragazzi si fidano di Giffoni. E la Fiducia è un’altra parola chiave per entrare dalla porta principale nell’Idea Giffoni. Le famiglie si fidano e ci affidano i loro figli.

Le istituzioni si fidano e ci incaricano di tracciare una strada che da loro conduca alle giovani generazioni.

Fiducia.

Credibilità.

Ed è questo il terzo anello della Mission di Giffoni.

Questa è un’autentica rivoluzione: un festival di norma non chiamato a fare altro che mostrare buoni film, allestire un solido programma e - se fortunato e capace - stimolare riflessioni ed emozioni, diventa attore sociale di primo piano, osservatorio attivo ed interattivo, punto di riferimento privilegiato per chi vuole comunicare con i giovani intervenendo per mettere ordine nell’universo solo all’apparenza caotico dei ragazzi.

La trasformazione chiama a raccolta tutte le risorse e i principi del Festival conducendo ad una istintiva - ma non per questo indolore - mutazione del nome, che sull’orlo dei suoi 40 anni passa da Film Festival ad Experience.

Il brand naming è un aspetto delicato per un’azienda e per gli esperti di marketing è certamente da affrontare con estrema cautela.

Giffoni ha rivoluzionato anche questi assunti. Perché?

 

GIFFONI COME LUOGO DI DISINTOSSICAZIONE

Le cose restano invisibili senza le giuste parole.

Giffoni doveva rendere visibile questo stravolgimento. Nient’affatto formale, assolutamente sostanziale.

Experience è la parola adatta, perché Giffoni è un complesso articolato di offerte culturali, di sensazioni e di emozioni, di conoscenza, di sperimentazioni e di prospettive; non è un festival di film e basta. Giffoni Experience diventa una factory culturale aperta senza soluzione di continuità, ogni giorno dell’anno.

Giffoni Film Festival nel 2009 era una dicitura ormai incapace di comunicare il senso dell’azione di Giffoni, era un nome che andava stretto come un paio di scarpe di due taglie più piccole. E non si va lontano con calzature che stringono il passo, mordono la pelle.

Giffoni Experience ridisegna il concetto stesso di festival e spiega anche perché in tempi di flessione dell’amore per la sala cinematografica i ragazzi non hanno mai perso la fame di Giffoni.

Perché hanno voglia di un’esperienza, un’esperienza vera, reale.

Un’esperienza che cicatrizzi gli squarci della comunicazione virtuale e social che, paradossalmente rispetto agli assunti da cui è nata, si sta facendo sempre più antisociale.

Giffoni Experience, letteralmente, tira i giovani fuori dalle loro stanze, li costringe a riappropriarsi del corpo e della parola scambiata vis-a-vis: non like a un post, ma “mi piaci” detti guardandosi negli occhi, in un posto speciale, tutto per loro.

Non instastories ma storie vere, fatte di profumi, di risate, di abbracci, di sensazioni non riproducibili.

Non emoji piatti e sempre uguali, ma emozioni profonde e uniche.

Giffoni diventa allora luogo di disintossicazione dalla dipendenza della rete e dalla finzione attraente della socialità simulata.

Giffoni avvicina, oltre le distanze falsamente ridimensionate dalla presenza digitale. Avvicina ragazzi e ragazze, coetanei alla ricerca di punti di incontro, ma anche ragazzi e famiglie che magari da tempo immemore hanno perduto il fil rouge della propria relazione, quel dialogo costante e fondamentale che da sempre determina la specificità dell’uomo in quanto animale sociale e l’importanza dei rapporti umani senza i quali saremmo tutti perduti.

Non a caso gli spettacoli dal vivo che sono parte integrante dell’esperienza Giffoni seguono questa logica, proponendo programmi costruiti ad arte per rinsaldare i legami, fondere la risata di un padre con lo stupore di un figlio e far riecheggiare i passi di una bambina accanto a quelli di sua madre.

 

GIFFONI: CATALIZZATORE DI ENERGIE CREATIVE

La stessa musica proposta a Giffoni non trasgredisce questa visione attiva e interattiva di tutti i programmi proposti sia durante il Festival estivo che lungo tutto l’anno.

L’esperienza non è mai passiva, non è un semplice concerto da fruire con le mani al vento e gli occhi iniettati di gioia. È più di questo.

È più concetto che concerto, non a caso per anni questa parte del programma proposto da Giffoni è stata definita Giffoni Music Concept.

Worskhop, Masterclass, incontri con chi quei concerti li fa, chi quella felicità la trasmette. È un concetto di musica inscritto in un progetto più ampio e in accordo ad un altro pezzo fondamentale della nostra Mission: proporsi come catalizzatore di energie creative e palestra di formazione per gli artisti di domani.

È così che Giffoni può esprimere tutto il suo potenziale di Factory culturale. A furia di formare, di svelare i trucchi del mestiere, di mettere in connessione l’artista con chi gode delle sue opere, di innescare ispirazioni, Giffoni finisce per inoculare nei ragazzi il virus positivo della creatività.

Quanti esempi abbiamo, in questi 48 anni, di giovani giurati o di semplici fan dell’evento che, nutritisi di cinema, cultura e musica a Giffoni, hanno poi sviluppato la propria voce e il proprio armamentario artistico?

Tanti, tantissimi. Un numero così rilevante che nasce una sezione di Experience indirizzata a chi, da ex partecipante al festival, ora ha intrapreso un percorso creativo proprio.

Chiamata alle arti è il nome di questo spazio nato per accogliere il frutto maturo di anni di semina: un giardino di fiori brucianti di passione, di entusiasmo, di talento e di voglia di esprimersi che Giffoni ha intenzione di coltivare e ammirare con orgoglio mentre crescono e si riproducono.

In fondo cos’è un catalizzatore? Chi o cosa è capace di esercitare un influsso positivo su una tendenza, favorendo o accelerando il formarsi e lo svilupparsi di processi e di talenti. Esattamente quello che sono Giffoni e la sua missione.

 

GIFFONI, UNA BELLA STORIA ITALIANA

Stimolare i creativi di oggi e di domani, certo, ma senza mai dimenticare un altro goal cruciale: formare gli spettatori che saranno il pubblico contemporaneo e futuro.

A partire dal nuovo millennio Giffoni ha esportato questo modello e questa Mission anche all’estero, esaltando il patrimonio di conoscenze acquisito durante il suo stesso percorso di crescita e formazione per trasformarlo in una travolgente onda persuasiva in grado di sbalordire popoli e agenti culturali internazionali.

Dalla Hollywood scintillante, dove sono state realizzate tre edizioni di un Giffoni Film Festival esportato nella capitale del cinema mondiale, alla lontanissima Australia; dalle vicine e in grande fermento Albania e Macedonia, al dorato Qatar in Medio Oriente; il tutto passando per Germania, Georgia, Polonia e tantissimi altri paesi.

Non un’invasione culturale, ma una condivisione necessaria per aiutare a sviluppare il know-how al servizio delle giovani generazioni.

Una bella storia italiana che ha conquistato il globo.

Una bella storia italiana che è al contempo una grande storia di successo di una Regione, la Campania. Una regione che ha sempre creduto nel suo evento più “miracoloso” e lo ha sostenuto, lo ha fatto crescere, mettendolo in condizione di esprimersi a livelli altissimi e ricevendone in cambio l’opportunità di ricoprire un ruolo centrale nell’ambito dell’Europa Creativa.

Perché questo è il segno che sta lasciando la Campania nel nostro continente: essere cruciale nel programma di sviluppo culturale ed artistico dei suoi popoli.

Giffoni ora è pronta ad assumere su di sé il peso di un ruolo anche politico all’interno delle reti culturali europee.

Dopo anni di sperimentazioni e di tentativi positivi è sul tavolo dei progetti una grande opera di raccordo tra gli eventi più importanti dedicati al mondo dei ragazzi, dove la fa da padrone non solo il cinema, ma anche la musica, il teatro e, più in generale, qualsiasi altra forma d’arte e di entertainment culturale.

 

GIFFONI SI PORTA CON SÉ: UNO STILE DI VITA

Considerando tutto questo si capisce come e perché Giffoni Experience supera i confini stretti dell’evento cinematografico, del film festival, della manifestazione ricca di star e di opere in anteprima.

Giffoni assume i connotati di uno stile di vita.

E chi aderisce a questa comunità di valori e di intenti sente davvero di poter orgogliosamente mostrare quel distintivo che gli dà una delle cose più preziose e più agognate in assoluto: il senso di appartenenza a qualcosa di importante.

I ragazzi scrivono e dicono: “Io sono Giffoni”.

È la fidelizzazione portata al limite estremo: è combaciare con un’idea, assumerne i valori e farli propri.

Questo dunque significa essere Giffoner: far parte di una community e sentir riverberare i principi condivisi in ogni attività che si mette in campo.

 

IL FUTURO DI GIFFONI: UNA FORZA DIROMPENTE CHE GUARDA SEMPRE AVANTI

Il Giffoner si nutre di futuro, così come fa Giffoni stessa.

È il segreto di ogni rivoluzione che funziona. La rivoluzione permanente che porta a non sedersi per ammirare quello che si è fatto scivolando in un pericoloso status quo. La rivoluzione permanente che conduce a immaginare, progettare e infine vedere in carne ed ossa – anzi, cemento e vetro - la nuova grande sfida che prende il nome di Giffoni Multimedia Valley.

Una struttura innovativa con avanzati strumenti tecnologici? Sì, ma non solo.

Un complesso architettonico bello e monumentale? Sì, ma non solo.

Un contenitore di attività e di opportunità? Sì, ma non solo.

Uno spazio da riempire di contenuti e di nuova forza lavoro? Sì, ma non solo.

La Multimedia Valley è soprattutto la naturale espansione dell’Idea Giffoni.

È il motore di un cambiamento che sviluppa la produzione di nuovi linguaggi e diventa il quartier generale di un movimento tutto imperniato sull’innovazione. Non è per pura velleità di futurismo, infatti, che Giffoni ha creato già da qualche anno il suo Dipartimento Innovazione, detto anche Giffoni Innovation Hub.

È piuttosto il frutto di quell’istinto di cui si è detto fin dall’inizio.

L’impulso irrefrenabile di precorrere i tempi per allinearsi a ciò che muta in continuazione.

D’altronde, non è questo il tratto distintivo dell’essere giovani?

Alla struttura Innovation Hub Giffoni ha affidato il suo futuro, che passerà attraverso l’impulso irrefrenabile delle start-up di nuova concezione e dei processi di accelerazione d’impresa, fino all’approdo all’Intelligenza Artificiale, frontiera ancora inesplorata se non attraverso l’utopia e il racconto di fantascienza.

Capire i meccanismi e i rischi, ma anche le possibilità e i lucenti scenari dell’IA è un obiettivo primario del settore più avanzato di Giffoni, al pari del rapporto con i giganti dell’High Tech come Google, Facebook, Apple e altri ancora.

Tutto questo senza mai trascurare il contenuto, perché sotto il rivestimento digitale e metallico deve battere un cuore caldo e umanissimo, un cuore pulsante e di valore che riscalda la gelida perfezione di un’intelligenza generata da computer.

In parallelo Giffoni sta percorrendo anche la strada della produzione, rafforzando sempre di più la sua struttura sia per rispondere alle esigenze del mercato che per coadiuvare le scuole e le istituzioni nella “messa in set” dei loro progetti audiovisivi. Produrre, sì; ma sempre in accordo con lo stile Giffoni che di base orienta le scelte di gusto, di narrazione e di messaggio.

Siamo giunti alla fine di questo racconto ma non dell’Idea Giffoni che si muove tra istinto e rivoluzione, surriscaldata da una febbre creativa perenne, da un tormento che ci porta ad essere come un funambolo in miracoloso equilibrio sul proprio filo tra territorio locale, a cui abbiamo dato un’identità netta attraverso una storia coerente lunga quasi dieci lustri, e vocazione internazionale; tra successi del passato e sguardo proiettato in avanti; tra arte e sociale; tra osservazione ed azione; tra organizzazione matematica e human touch.

“Il funambolismo è arte della vita”, scrive il grande scrittore statunitense Paul Auster.

E noi continuiamo a camminare così, sospesi e coraggiosi, pieni di vita e di emozioni, ricchi di esperienza ma anche avidi di nuove conoscenze.

In fermento, in moto perpetuo, con gli occhi che non guardano mai in basso non per paura di cadere, ma solo perché l’obiettivo è lì, davanti a noi, oltre la linea dell’orizzonte.

Sempre.