BENJAMIN PARENT Diplomato in cinema, Benjamin Parent inizia la sua carriera nel 1998 presso la Partizan Midi Minuit come assistente post-produzione. Nel 2006, diventa copywriter per l’agenzia pubblicitaria La Chose. Nello stesso periodo incontra Thomas VDB con cui scrive lo spettacolo comico En Rock & en Roll e la suite Presque Célèbre nel 2011. Nel 2010 lascia la pubblicità per lavorare come regista per Arno Moria e la sua società Les Télécréateurs (ora Insurrection). Con Riad Sattouf collabora alle due stagioni della serie online MES COLOCS, e con Didier Barcelo scrive il corto THE END (con Charlotte Rampling), selezionato al festival di Berlino nel 2012. Nel 2012, dirige il suo primo cortometraggio, CE N’EST PAS UN FILM DE COW-BOYS, sulla percezione dell'omosessualità e delle imposizioni della virilità tra gli adolescenti. Il film, selezionato per la Settimana della critica a Cannes e in oltre 90 festival in tutto il mondo, nel 2013, viene nominato per il César come miglior cortometraggio. Nel 2014 Benjamin scrive BULLYBUSTERS con Yoann Gromb e firma con Hugo Gélin e Igor Gotesman la sceneggiatura di MON INCONNUE, distribuito nel 2018. Nel 2015 crea, con Joris Morio, la serie per adolescenti LES GRANDS. Nel 2017, ha sviluppato la sceneggiatura originale di VIS-À-VIS, scritta in collaborazione con Régis Roinsard per Super 8. Nello stesso anno è stato selezionato dal programma Emergences e dall'Arcs Film Festival Coproduction Village per realizzare la sceneggiatura del suo primo lungometraggio, UN VRAI BONHOMME, uscito in Francia nel gennaio 2020.
Dichiarazioni del regista "Io non ho perso mio fratello, sono io il più grande, tuttavia, in maniera dissimulata e con una certa distanza, il film parla della mia famiglia. Insieme all’adolescenza, la mia famiglia è uno dei temi che guidano tutto il mio lavoro. Ciò che mi interessa è l'adolescenza e più precisamente la mia, e senza dubbio in questo mio interesse c’è un desiderio di riscrivere la storia. Mi piace esplorare ciò che ho vissuto. Certamente la lingua cambia - gli adolescenti di oggi non hanno più gli stessi codici o le stesse espressioni dei miei tempi - ma i temi restano: come costruisci la tua identità da ragazzo? Quale uomo vuoi essere e, inoltre, cos'è essere un uomo oggi? Questo è un tema che mi ossessiona. Infatti, e anche se più istintivamente, il mio cortometraggio CE N’EST PAS UN FILM DE COW-BOYS ha già affrontato questa questione. Quando mi chiedevo quale potesse essere la sua emozione alla visione di Brokeback Mountains, ho capito che Vincent, il mio eroe, si interrogava più sulla sua mascolinità che sulla sua relazione con l'omosessualità. Volevo approfondire questo tema e ho letto molti libri sull’argomento, tra cui Le Mythe de la virilité di Olivia Gazalé, un libro straordinario che sicuramente ha influenzato la scrittura del film. Non si tratta di fare sociologia - io faccio cinema - ma voglio difendere un punto di vista sui nostri tempi. È formidabile che lui (Tom) trovi la sua strada scegliendo di assecondare la sua sensibilità invece di attenersi alle rappresentazioni o alle convenzioni che ha di fronte. È doloroso ma è essenziale. E questo è l'unico modo, a mio avviso, per porre fine alla disuguaglianza e alla violenza contro donne e uomini. Il cambiamento può avvenire solo attraverso questo riposizionamento degli uomini nella società. È giunto il momento di pensare a come rompere la fabbrica dei macho e i suoi schemi per crescere i ragazzi in modo diverso, considerando nuove mascolinità. È necessario mettere in discussione i personaggi di uomini e donne nel cinema, la loro rappresentazione. Ora è il momento, la società è pronta e anche alcuni uomini lo sono".
|