Roberto Bueso
Roberto è nato a Valencia nel 1986. Dopo aver studiato filosofia all'Università di Valencia, nel 2007, ha completato il suo Master Iberoamericano di Sceneggiatura (FIA) che gli ha permesso di unire due delle sue passioni: la scrittura e il cinema. In seguito ha studiato regia all'ECAM (Scuola di Cinematografia e Arte Audiovisiva della Comunidad di Madrid) e ha ricevuto il Premio Straordinario di Fine Laurea con il cortometraggio LA NOCHE DE LAS MONCHONGAS, premiato in festival come il concorso di cortometraggi Aguilar de Campoo, Alcine e Versión Española (RTVE). Nel 2019 ha presentato in anteprima il suo primo lungometraggio, LOVE BEATS, che ha partecipato alla Selezione Ufficiale al Festival di Malaga. FULL OF GRACE è il suo secondo lungometraggio.
Dichiarazione del regista
“Poco dopo aver completato il mio primo film LOVE BEATS, i produttori Fernando Bovaira e Guillem Vidal-Folch mi hanno parlato per la prima volta della scuola El Parral. A metà degli anni Novanta, una suora rivoluzionaria di nome Marina superò innumerevoli ostacoli per creare una squadra di calcio che avrebbe trasformato la vita degli orfani che vivevano nella scuola. Sono stato subito affascinato dalla premessa. Volevo da tempo raccontare una storia di formazione, del passaggio alla vita adulta, ma volevo collocarla nella fase che ritengo più critica e interessante, la pubertà, che è proprio l'età di questi ragazzi. Ma la storia vera aveva ancora un asso nella manica: qualche anno dopo, Valdo, calciatore che ha giocato per oltre vent'anni nella serie A spagnola, ha festeggiato un gol alzando la maglia e mostrando un messaggio: "Grazie di tutto, suor Marina”. Valdo era uno di quei bambini che vivevano a El Parral. Sia io che Óscar Díaz Cruz, con cui ho scritto la sceneggiatura, sentivamo che la verità di questa storia doveva venir fuori attraverso l’emozione e la commedia, un genere che è sempre stato il mio preferito e che volevo affrontare ora con più forza, soprattutto dopo aver incontrato i veri protagonisti della storia. Suor Marina è una donna con un senso dell’umorismo pungente e irriverente che ti fa dimenticare completamente di essere di fronte a una suora. È stato anche emozionante sentire da Valdo della sua infanzia a El Parral e di come Marina sia riuscita, con pochissime risorse, a trasformare un terreno pieno di erbacce e radici in un improbabile campo da calcio, di come abbia escogitato un modo per portare fuori i ragazzi ogni domenica in un furgone malridotto e, infine, di come questa donna abbia sopportato stoicamente gli sguardi di tutti coloro che la vedevano come un pesce fuor d'acqua. Ma al di là di tutto l'umorismo, ciò che rende davvero speciale la vicenda è l'astuzia e il coraggio che ha impiegato Marina per ispirare i suoi bambini e impartire loro dei valori. Per me, questo film parla del vero insegnamento, quello che è perseverante e che capisce che un bambino merita sempre una seconda possibilità. È anche una storia che parla del concetto di “casa” e della necessità di formare una vera famiglia [...]”.