STORIA DI GIFFONI EXPERIENCE

Raccontare la storia di un’idea spesso equivale a tracciare una biografia. Nel caso del Giffoni Experience l’intreccio tra le sue vicende, la sua identità e il percorso umano del suo ideatore, Claudio Gubitosi, è talmente stretto da essere inscindibile. La vita dell’evento (il Festival) e l’esistenza dell’uomo (Claudio Gubitosi) sono le due rotaie dello stesso binario di una strada lunga ormai quasi cinquant’anni. Una strada costruita metro per metro, momento per momento tra sacrifici, lavoro, soddisfazioni, battute d’arresto, difficoltà e successi. Una di quelle “linee” affascinanti che non corrono lungo una retta piana e liscia, ma che piuttosto presenta salite e discese, curve (più o meno pericolose) e tornanti. Una percorso che attraversa le vite di molte persone e anche la Storia dello spettacolo, della cultura non solo italiana.
 
1971: la stazione di partenza
Immaginiamo nei primissimi anni settanta un paese dell’entroterra salernitano con non più di 10.000 abitanti, non benedetto dall’aria turistica che spira dal mare, né arricchito dai tesori culturali di eredità storica. Un paese dignitoso incastonato nell’area dei Picentini: Giffoni Valle Piana. Ora in questo scenario delineiamo la figura di un giovane da poco diventato maggiorenne: Claudio Gubitosi. Con un gruppo di amici sperimenta la sua vivacità intellettuale girando dei cortometraggi in super 8 ed esprime la sua voglia di musica suonando l’organo in chiesa o qualsiasi pianoforte gli capiti sotto le dita. Tutto questo presto non gli basta, decide di dare vita ad un Festival cinematografico. Niente di nuovo si può pensare e, invece, ciò che lo rende originale è la caratteristica dei film che sceglie: opere per bambini e ragazzi, un genere che ad oggi conquista sempre più consensi e fette di mercato. Ma questa è storia contemporanea, torniamo al 1971 e consideriamo che nel bel mezzo degli “anni di piombo” la considerazione riservata a opere per bambini era pressoché pari a zero. Quindi l’idea di Gubitosi - che poteva già così apparire bizzarra - è addirittura “rivoluzionaria” se si pensa che non solo a guardare, ma a giudicare e premiare le opere sono proprio bambini e ragazzi. L’inizio è duro, si lavora per il puro piacere di coltivare un’idea folle, ma Gubitosi e i suoi sono fiduciosi. Come ogni idea folle e forte appare subito come la chiave giusta per cambiare il mondo, almeno il proprio.

Anni ’70: Passaggio a Nord-Est
Le primissime edizioni sono, quindi, contraddistinte da una esiguità di risorse e di film che fanno di questo pioneristico Giffoni Film Festival un evento a conduzione e a diffusione familiare. Le strutture sono inventate e ricavate con spirito creativo e combattivo nella piazza centrale di Giffoni Valle Piana. Ma presto le cose cambiano, il Festival cresce e si apre a nuove strade. In particolare si comincia a guardare al Nord Europa e all’Unione Sovietica, in uno spazio stupendamente creativo, ma anche lacerato da muri alti e cortine di ferro. Le favole russe, lungometraggi tedeschi e scandinavi: il Festival porta in Italia tutto un mondo sconosciuto e lo fa conoscere alla sua giuria.
 
Anni ’80: il cinema come strumento di confronto
Se il percorso tematico del cinema proposto dal Festival negli anni settanta passa attraverso favole e storie fantastiche, gli anni ottanta presentano una strada sicuramente più articolata. Prodotti leggeri e qualità non eccelsa sembrano dipingere il panorama giovanile e infantile come un consolatorio “paese delle meraviglie”. Gubitosi sa che non è questo il cinema che può rivolgere ai giovani. La scelta diventa, quindi, chiara: tracciare un percorso più complesso dove i ragazzi possono confrontarsi con temi su cui riflettere e mettersi in discussione. C’è tutto il mondo ora in cui muoversi alla ricerca dei film adatti a questo scopo. Dalla Svezia all’Australia, dalla Spagna alla Nuova Zelanda, passando per Iran, Norvegia, Canada, Francia e Albania arrivano a Giffoni immagini nuove e storie reali che portano alla ribalta i desideri, i timori, i sogni, le angosce, la forza di una generazione coniata sulle ceneri dei grandi movimenti culturali e sociali dei sessanta e dei settanta.

1982: una pietra miliare chiamata Truffaut
Sono gli uomini a fare la storia, questo si applica perfettamente anche alla vicende di un evento come quello di Giffoni. La sua svolta decisiva e importante, il suo ingresso nel mondo della cultura internazionale, porta un nome e un cognome: François Truffaut; il grande autore e regista francese, leader carismatico, con Jean-Luc Godard, di quella Nouvelle Vague che oltralpe avviò sul finire degli anni cinquanta un mutamento dello stile cinematografico che ha riverberi ancora oggi.
Truffaut era già una “leggenda” nel 1982, osannato dalla critica e vincitore di tutti i premi che un cineasta possa desiderare, Oscar e Palma d’oro incluse. Ed è proprio nel 1982 che Gubitosi riesce a incarnare un altro dei suoi sogni: far arrivare al suo Festival il grande regista. L’affetto che il cineasta francese provò nei confronti del Giffoni Film Festival è testimoniato da una lettera divenuta quasi un atto sacro per l’attuale Giffoni Experience. Lo scritto si conclude con le parole: “di tutti i festival di cinema quello di Giffoni è il più necessario”. Truffaut apre la strada a numerosi ospiti italiani e internazionali: da Robert De Niro a Sergio Leone, da Michelangelo Antonioni ad Alberto Sordi, gli anni ottanta consacrano l’evento come un appuntamento preziosissimo in termini culturali e comunicativi.

Anni ’90: le sezioni competitive e i Movie Days
Negli anni ’90 lo strumento della selezione delle pellicole si fa sempre più raffinato, l’organizzazione ormai è aziendale e il tempo del volontariato è tramontato. Ci si accorge che ormai non si può parlare di un solo cinema per ragazzi. Gli strumenti di decodifica del messaggio e le aspettative di un bambino di 10 anni sono diversi da quelli di un adolescente. Nasce l’esigenza di differenziare la proposta cinematografica, articolando il concorso in diverse sezioni, anche in funzione dei cambiamenti generazionali. Tra il 1996 e il 1998 vengono battezzate tre sezioni competitive: FIRST SCREEN (9-12 anni), FREE TO FLY (12-14) e FINESTRA SUL CORTILE (15-19), che nasce come “Domande da un secolo all’altro” per arrivare poi al titolo definitivo di Y GENERATION. Ogni fascia d’età ora avrà i suoi film, le sue storie, i suoi temi, i suoi linguaggi. Un’altra scelta fondamentale in questi cruciali anni ’90 è quella di dilatare l’attività ben oltre il “recinto” della settimana canonica di luglio. Gubitosi crea nuove iniziative che permettono all’Ente Festival di lavorare tutto l’anno per mostrare ad un numero sempre crescente di bambini, ragazzi e giovani la bellezza di un cinema fatto su misura per loro. MOVIE DAYS nasce da un bisogno: promuovere il cinema di Giffoni anche nelle scuole. Dal 1997 i Movie Days assolvono a questa esigenza e rinnovandosi, edizione dopo edizione, hanno fatto: divertire, crescere, emozionare, parlare, ballare, apprendere i segreti del cinema ad un pubblico di teenager sconfinato. Dopo le prime, trionfali, edizioni Movie Days è pronto a diventare un format da esportare in altre città, adattandosi con facilità allo spirito del luogo: inizia a muoversi anche l’universo di  MOVIE DAYS ON TOUR. Bari in Puglia; Potenza e Lauria in Basilicata; Pomezia e Roma in Lazio; Bianco e Taurianova in Calabria; Nuoro e Sarule in Sardegna; Avola in Sicilia; Marcianise e Benevento in Campania, Carate Brianza in Lombardia: sono solo alcune delle tappe di un itinerario in continua evoluzione. La formula è così vincente che diventa la base di un altro progetto speciale: Movie Days Hospital, ovvero l’offerta ludico-cinematografica per i reparti pediatrici degli ospedali.
 
Il nuovo millennio: l’internazionalizzazione
Se i primi trent’anni sono stati costruiti sull’idea di portare il Mondo a Giffoni, la seconda fase, cominciata proprio allo scoccare del nuovo millennio, ha un procedimento inverso: portare Giffoni nel Mondo. Un’idea forte a supporto di un format capace di adeguarsi alle diverse realtà geografiche in cui viene realizzato. A Berlino la prima prova sul campo nel 2000, poi Miami: nasce così il Next Gen Film Festival, un successo che in due anni coinvolge migliaia di studenti. In parallelo, in Europa, Polonia e Albania si aprono al concept proposto dal Giffoni. È amore a prima vista. Il 2005 è un anno decisivo per la propulsione dell'attività internazionale. Si apre con un appuntamento in Australia, nella capitale culturale Adelaide e si continuerà l’avventura con la fondazione di un’associazione Giffoni-Australia che ha la sua sede a Sydney dove nel 2007 e nel 2008 si tengono due nuovi appuntamenti del Festival. Si chiude a Los Angeles, con la prima esplosiva edizione di GIFFONI HOLLYWOOD i cui testimonial d’eccezione sono Will Smith e Jon Voight. Si bissa e si triplica l’anno successivo e nel 2007 con finali “stellari” al Kodak Theatre (cornice degli Oscar) e la consapevolezza di essere stati dei pionieri nell’esportazione di un Festival di cinema proprio nella sua “capitale mondiale”. Per fronteggiare l’imponenza di questo progetto di internazionalizzazione del marchio, è stata creata una struttura dal nome evocativo: Giffoni World Alliance.
 
Dal 1997 al 2017: dalla Cittadella del Cinema a Giffoni Multimedia Valley
Il 1997 è l’anno in cui viene posata la prima pietra della Cittadella del Cinema. La prima pietra di un sogno, anche questo firmato da Claudio Gubitosi, che nasce nei primi anni ottanta. Un sogno chiamato: Giffoni Multimedia Valley. Il progetto è quello di una grande area della creatività e della cultura, capace di convogliare in un unico spazio: strutture moderne ed efficienti dedicate al “cultural enternainment” e alla produzione audiovisiva, luoghi dell’accoglienza per i giovani, laboratori dedicati allo studio delle nuove forme d’espressione artistica. Uno spazio eterogeneo che suggerisce, grazie anche ad originali soluzioni architettoniche, la concezione di un’area profondamente organizzata, ma sensibile ai cambiamenti e alle tendenze che la velocità contemporanea impone. L’obiettivo è di fare di questa idea un centro di gravitazione delle energie giovanili, un nucleo di condensazione occupazionale in cui i ragazzi possano trovare finalmente una possibilità per esprimere la propria voce creativa e mettere in gioco il personale know-how acquisito, talvolta a costo di sacrifici familiari importanti, nel corso dei loro studi. Dal 2000 esiste la prima parte di questo progetto: la Cittadella del Cinema. E nel 2007 un pezzo nuovo si è aggiunto a questa, ovvero la copertura in vetro della sua piazza interna. Vivere con i ragazzi e per i ragazzi ha significato per Giffoni dedicare la propria esistenza a queste generazioni. Tutto questo non poteva più definirsi Festival. E, senza paura e contro ogni regola del marketing, nel 2009 viene cancellata dal brand la parola Festival, per sostituirla con Experience, concetto più che filosofico, adottato poi da tantissimi altri soggetti pubblici e privati in Europa e nel mondo. Ora la storia non si può fermare e gli anni che verranno saranno il campo su cui attualizzare il sogno, l’idea. Dopo quasi 50 anni si è delineata quella che è oggi la galassia Giffoni, composta di opere strutturali imponenti come la Giffoni Multimedia Valley: il primo lotto è stato inaugurato nel luglio del 2017 alla presenza del Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini.

Giffoni 2018-2020
Adesso le strade sono tante, in salita ma non per questo difficoltose. Innovazione, produzione, sviluppo del territorio e del marketing aziendale, rapporto fisico e costante con tutte le strutture scolastiche italiane - università comprese - e per i prossimi tre anni Giffoni è soggetto privilegiato per l’insegnamento del cinema nelle scuole. Tanti altri progetti si aprono all’orizzonte e ci avviamo a passo spedito verso una nuova era che, attraverso alla trilogia Giffoni 2018-2020, ci condurrà ad evolvere in Opportunity. Un nuovo team organizzativo, che si affianca all’esistente, è pronto a gestire il presente ed il futuro. La grande macchina della creatività e del sapere occuperà nel 2020 non meno di 300 giovani. Una bella storia Italiana di periferia che ha saputo creare dal nulla un’impresa amata e conosciuta ovunque.