Leonardo Di Costanzo
Born 1958, Ischia. He teaches at the Ateliers Varan, Paris. He directed a number of documentaries, such as PROVE DI STATO (1999), AT SCHOOL (2003), ODESSA (2006), CADENZA D’INGANNO (2011). THE INTERVAL, his first fiction feature film, was screened at the 2012 Venice Film Festival in the “Orizzonti” section. In 2013 Di Costanzo won the David di Donatello Award as Best New Director.

Leonardo Di Costanzo
Nato nel 1958 a Ischia. Insegna agli Ateliers Varan di Parigi. Ha diretto diversi documentari, tra cui PROVE DI STATO (1999), A SCUOLA (2003), ODESSA (2006), CADENZA D’INGANNO (2011). L’INTERVALLO, il suo primo lungometraggio di finzione, è stato presentato alla Mostra di Venezia 2012 nella sezione Orizzonti. Per questo film, Di Costanzo ha vinto il David di Donatello 2013 come miglior regista esordiente.

Director’s statement
“THE INTERVAL is my first fictional work as up till now I have made documentaries. However, my curiosity about reality as an immeasurable source of inspiration remained intact in this film, as did my faith in its infinite narrative possibilities. I began this film in the same way as a documentary in order to observe and listen. I did this in order to tell a story about young people in which the adults are nonexistent or are out of the picture, seen as a threat or as the bringers of rules and regulations to be respected. In this case they are the rules the camorra uses to threaten and put pressure on people. They are the rules that the people who continue to live in Naples have to contend with to various degrees”.

Dichiarazioni del regista
“L’INTERVALLO è il mio primo film di finzione, Finora avevo realizzato film documentari, ma anche in questo lavoro mi è rimasta intatta la curiosità nei confronti del reale come dimensione inesauribile di ispirazione, la fiducia nelle sue infinite possibilità narrative. Perciò, anche in questo film, ho iniziato come nel documentario a osservare e ad ascoltare a lungo. Tutto questo per raccontare una storia di adolescenti dove gli adulti non ci sono o sono al di fuori, avvertiti come minaccia o come portatori di regole e consuetudini da rispettare. Qui sono quelle della camorra che minaccia e blandisce, e con le quali a gradi diversi è costretto a fare i conti chi continua a scegliere di vivere a Napoli”.