Jan Komasa
Born 1981, in Poznań, Poland. He first took up studies in philosophy but dropped out in 2001 in order to take up studies at the film school in Lodz. His short film debut, FAJNIE, ŻE JESTEŚ received the Cinefondation Award at Cannes Film Festival 2004. In 2007 he directed the feature-length documentary SPLYW.

Jan Komasa
Nato nel 1981 a Poznań, in Polonia. Nel 2001 interrompe gli studi di filosofia per iscriversi alla scuola di cinema di Lodz. Il suo primo cortometraggio, FAJNIE, ZE JESTES (2004), ha vinto il premio Cinefondation a Cannes 2004. Nel 2007 ha diretto il documentario SPLYW.

Director’s statement
"Our team looked for inspiration mainly in Goethe’s THE SORROWS OF YOUNG WERTHER and Shakespeare’s HAMLET – in both cases these creations, when clashed with the digital world, took on a new, very modern meaning. Werther is a boy whose feelings for a girl lead him to insanity, and Hamlet is a young man who puts on a mask of madness to begin a very dangerous game with everyone around – both of these attitudes describe the main character of the SUICIDE ROOM, Dominik, a representative of our times. In a world where everyone has learned how to speak not everyone knows how to listen. As a result of these insane transformations, the modern man is lonely and in peace with loneliness, just as an exhausted Japanese in Tokyo sleeping on a subway train. A man, who kills himself but who is too busy to notice that. SUICIDE ROOM is a hymn all those who kill themselves every day, a hymn about stopping and listening, since this could let one live for at least a second longer".

Dichiarazioni del regista
"La nostra équipe ha cercato ispirazione soprattutto ne I DOLORI DEL GIOVANE WERTHER di Goethe e nell’AMLETO di Shakespeare: entrambe le opere, nel momento in cui hanno incontrato il mondo digitale, hanno assunto un significato nuovo, molto moderno. Werther è un ragazzo i cui sentimenti per una donna lo conducono alla pazzia, e Amleto è un ragazzo che indossa una maschera di follia per dar vita a un gioco molto pericoloso con chi lo circonda: entrambi questi comportamenti ben descrivono il protagonista di SUICIDE ROOM, Dominik, un rappresentante del nostro tempo. In un mondo nel quale tutti hanno imparato a parlare, non tutti sanno invece ascoltare. Queste folli trasformazioni hanno reso l’uomo moderno solo e in pace con la sua solitudine, come un giapponese esausto che si addormenta nella metropolitana di Tokyo. Un uomo che uccide se stesso ma che è troppo impegnato per accorgersene. SUICIDE ROOM è un inno a tutti quelli che si uccidono ogni giorno, un inno che invita a fermarsi e ad ascoltare, per allungare la vita anche solo di un secondo".