Mercoledì, 28 Luglio 2021 20:02

Claudia Gerini ai juror: “La diversità è una ricchezza. Sta a voi difendere i vostri diritti e quelli dei più deboli”

E' sempre entusiasmante venire a Giffoni. I ragazzi hanno una grande energia e fame sincera di nuovi contenuti. Per questo ascoltare i giovani è un dovere. Hanno grande consapevolezza e senso di appartenenza alla comunità”.  Claudia Gerini non ha nascosto la gioia di tornare in un luogo “dove si sprigionano tante energie positive ed è bello essere qui per cogliere queste vibrazioni”. Premiata con il Giffoni Award, ha dialogato con i juror in sala Lumiere, spronandoli innanzitutto a diventare protagonisti del cambiamento: “Voi non siete il futuro, siete il presente. E avete un dovere: le persone hanno paura della diversità, come se questa fosse una minaccia alla propria identità. Personalmente sono sempre stata dalla parte dell'inclusione, perché penso che l'essere diversi gli uni dagli altri sia una ricchezza. Gli esseri umani nascono liberi di esprimersi, di amare chi vogliono, di aderire alla religione che meglio li rappresenta. Il cinema può essere uno strumento di denuncia, ma sta a voi lavorare in tal senso perché siete forti e lucidi, avete una multivisione e potete difendere i vostri diritti e quelli dei più deboli”.

A chi le ha chiesto come fosse cambiato il ruolo della donna nel cinema, Gerini ha risposto: “L'evoluzione è palese, perché il cinema è lo specchio della società. I cambiamenti sono lenti ma inesorabili. Da madre di due figlie femmine dico che c'è ancora moltissimo da fare, ma non sono spaventata. I diritti si conquistano senza piangersi addosso e noi donne siamo abituate a farlo, così come siamo abituate a non essere mai stanche e a considerare il dolore una parte della nostra vita”.

Per lei il cinema “è un viaggio collettivo, il posto delle emozioni. Le sale non chiuderanno mai, perché i film ti fanno capire chi sei e cosa vuoi diventare. Prima del Covid ci sembrava tutto così normale, oggi ogni piccola cosa è una conquista, ma la voglia di cultura e di arte vincerà”. Ma quale consiglio darebbe a chi volesse intraprendere questa carriera? “Studiare e crederci con grande determinazione. Non è semplice, ma funziona”.

Claudia Gerini, con oltre sessanta film alle spalle, è forse una delle attrici italiane che meglio si sono destreggiate sul set, passando dall'interpretare ruoli comici e drammatici: “Ho sempre pensato che sia più difficile fare ridere che fare piangere. Nelle commedie conta di più la fisicità, nei drammi le pause e i silenzi. Ma a giocare il ruolo di protagonista è il regista. Vedi Carlo Verdone, un uomo a cui devo tantissimo, che ha un'attenzione maniacale per come muovi le mani e dove le posi. Riesce a creare dettagli e sfumature uniche”.

Tra i modelli a cui si ispira, ci sono Monica Vitti e Mariangela Melato, oltre all'insuperabile Meryl Streep, “un mito di fronte al quale inginocchiarsi”. Tanti i film che le sono rimasti sul cuore, come Ammore e malavita, “in cui mi sono divertita tantissimo a cantare e ballare” e Non ti muovere, “ringrazio Sergio Castellitto per quel ruolo così scomodo. Fino a quel momento avevo dato voce solo a personaggi brillanti, lui invece mi ha dato la possibilità di esprimermi anche in un'altra veste ed è stato in qualche modo il mio ingresso nel cinema d'autore”.

Il futuro è costellato di nuove uscite e tanti progetti: “A breve sarà nelle sale il film di Edoardo Leo Lasciarsi un giorno a Roma che racconta in modo molto disincantato la fine di una storia d'amore e Per tutta la vita di Paolo Costella con un cast ricchissimo in cui ci sono Ambra Angiolini, Fabio Volo, Carolina Crescentini e poi Diabolik dei Manetti, che non vedo l'ora di vedere perché sono una grande fan”. Ma settembre segnerà anche una svolta nella carriera professionale dell'attrice che, per la prima volta, starà dietro la macchina da presa, debuttando come regista: “Mi sono lanciata perché amo le sfide. Sono stata spinta dalla necessità di raccontare una storia molto particolare”.