Martedì, 27 Luglio 2021 21:26

Francesco Apolloni: “Devo tutto a questo Festival, se non torno a Giffoni sto male”

Entra in sala con il cagnolino Sancho Panza. “È un attore, ha fatto due film con me e due spettacoli a teatro”. E rivela: “Mai recitare con cani e bambini, sono più bravi. E sono più bravi perché vivono il momento, il presente”. Francesco Apolloni non nasconde il suo entusiasmo di essere a Giffoni: “Ma quanto mi piace stare qui!”, esclama il regista, scrittore, attore, produttore che a Giffoni torna sempre volentieri. “Non è la mia prima volta qui. Devo tutto a questo festival perché mi ha insegnato a fare il regista. Anzi, devo per forza tornarci. Se non ci torno sto male”.

La curiosità dei juror è tanta. E Apolloni non si risparmia. Racconta così come tutto ha avuto inizio: “Con l’assicurazione sulla vita che mi aveva fatto mia madre ho prodotto il mio primo film. Quando Gubitosi vide il film lo presentò a Giffoni. Il film fu premiato, prese vita e io ho preso fiducia e realizzato altri film”. Ma il suo racconto va ancora più indietro nel tempo e si riallaccia al suo rapporto con gli Stati Uniti: “Gli USA mi sembrano sempre la terra delle opportunità. Ci ero andato già prima della scuola, perché ero innamorato di un’attrice. Però lei poi è sparita. Io non potevo ritornare in Italia ma a un certo punto ho incontrato una giovane donna che si occupava di cinema. Mi aveva notato perché mi aveva visto depresso. Le ho raccontato del mio cortometraggio e lei mi ha detto: ‘Giriamolo’. L’ho girato e poi presentato al festival di Moretti, e lui lo ha selezionato”. Insomma, una delusione d’amore si è trasformata in un’opportunità.

Apolloni parla anche del suo ultimo film, “Addio al nubilato”. Un film con al centro il tema dell’amicizia femminile. “Una notte – racconta il regista, attento però a non spoilerare – queste donne si dicono cose che non si sono mai dette. Il tema è che pensiamo che ci sia sempre tanto tempo per vivere, ma non è così. E allora tanto vale provare a essere felici”. Il regista racconta pure com’è nata l’idea del film: “Dividevo una stanza con una ragazza, e un giorno mi raccontò che aveva partecipato a un addio al nubilato. Pensai che fosse una buona idea per farne un’opera teatrale. Così nel 2005 ho rappresentato sul tema una commedia al teatro e adesso la storia è arrivata al cinema”. Il discorso sul film è anche l’occasione per parlare del suo rapporto con le donne: “Sono comunista, sindacalista, femminista. Sono cresciuto con mia madre e mia nonna e penso che le donne siano migliori di noi. Almeno per la mia esperienza. Essere cresciuto con tutte donne mi ha aiutato”.

Tanti i temi che, stimolato dai giffoner, Apolloni affronta prima di ricevere il Giffoni Award. Dalla scrittura, nelle diverse sue forme, alla differenza tra l’Italia e l’estero: “All’estero sono più organizzati, c’è un senso dell’industria che noi forse non abbiamo. Non credo che abbiano più talento – precisa - ma più organizzazione. Con tutti i pro e i contro”. Tuttavia, “oggi, grazie alle piattaforme, il livello si è alzato. Danno tante opportunità a giovani registi, attori, produttori. È un’opportunità per migliorare anche i nostri prodotti”. E, a proposito di opportunità, non manca un riferimento alla piattaforma che ha lanciato di recente: “Startalenti è una mappa per chi aspira a scrivere e a fare l’attore. Questa piattaforma vuole essere uno strumento per orientarsi”. Apolloni è così entusiasta di essere a Giffoni che lancia un contest: dà ai ragazzi un indirizzo mail dove poter mandare un mini video per parlare della loro idea di film.

Del resto, in sala l’interesse rispetto alla sceneggiatura è importante. E il consiglio principale che il regista dà è chiaro: “Fare un film è come fare un viaggio: dovete sapere da dove partire e dove arrivare. Per scrivere una storia è importante avere l’inizio e la fine”. L’artista parla anche della differenza tra scrivere una sceneggiatura e un libro: “A differenza di un romanzo, che è un prodotto finito, una sceneggiatura è un prototipo, non è un prodotto finito. Il prodotto finito è il film”. E, paragonandolo a un progetto, racconta punto per punto come da un soggetto si arriva a un film. E confessa: “Preferisco fare film perché li faccio insieme a tante altre persone. Fare un film non è mai un lavoro solo tuo”.