Venerdì, 27 Luglio 2018 20:50

GIANMARCO TOGNAZZI: "IL GIFFONI È UN MODELLO PIÙ UNICO CHE RARO, BISOGNA PRENDERE SPUNTO DAL FESTIVAL"

L’amore per il cinema gliel’ha trasmesso Ugo, maestro immenso ed eterno. Con lui ha respirato per la prima volta i profumi che oggi caratterizzano la sua quotidianità, il suo mestiere. Gianmarco Tognazzi è tornato al Festival di Giffoni, ed il cinema è pronto a farla da padrone: un abbraccio intenso e coinvolgente per un incontro scandito dalla curiosità e dall’emozione di una storia fatta di mostri sacri, passione e sogni.

Giffoni Film Festival - il suo saluto ai giffoners - è un modello più unico che raro, bisogna prendere esempio da questo posto e da tutti voi. È la conoscenza la forza, è andare a formare un pubblico di persone che amano e si appassionano al cinema. So che ci sono stati tanti ministri qui, farebbero bene a prendere questa realtà e a clonarla ed esportarla. Salverebbe tante cose e tante persone”. Un appello, alla conoscenza e all’entusiasmo. Lo stesso che ha contraddistinto il suo percorso, costruito a pane e cinema.

“Sono prolisso, potrei stare qui a parlare delle ore. È la cosa più stimolante che ci sia – ha continuato Tognazzi -. Quando sono andato via l’ultima volta da qui, ho avuto il rammarico di non essere stato qui dal primo giorno insieme a voi. Voglio tornare presto e rimanere in questa realtà per tutta la durata del Festival”. Intenso come pochi, dallo sguardo penetrante e capace di regalare alle sue interpretazioni sfumature perfette ed emozionanti. “Il cinema deve tornare ad essere un valore sociale – ha sottolineato – in questo modo può essere trasformato in un volano capace di generare nuove opportunità. Abbiamo i mezzi e le qualità per farlo e partire dalla vostra curiosità potrebbe essere il primo passo verso la svolta”.

A cuore aperto, a raccontarsi senza risparmiarsi: “Vorrei avere la vostra età per ricominciare, oggi sono un attore anziano e spero che difronte a me ci siano gli attori, gli sceneggiatori, i truccatori e gli addetti ai lavori di domani. Il cinema italiano non si è mai occupato tantissimo degli adolescenti – ha continuato – c’è purtroppo il brutto vizio di definire attore giovane quelli cinquantenni come me. È assurdo, sono i generator gli attori giovani e noi dobbiamo aiutare e stimolare i ragazzi giovani come voi che vogliono fare questo mestiere”. Un cognome che non è mai stato ingombrante il suo, Gianmarco Tognazzi è riuscito a farsi apprezzare per la sua bravura indiscussa ed è oggi tra gli attori italiani più apprezzati.

“Il confronto con mio padre - ha rivelato - l’ho sempre trovato abbastanza folle, non ho mai fatto questo mestiere per dimostrare di essere più o meno bravo di lui. Sarebbe come paragonare un ragazzino che gioca con i pulcini a Cristiano Ronaldo, un paradosso”. L’esperienza acquisita osservando papà Ugo all’opera sono sicuramente “il vantaggio e il vanto”. In punta di piedi, nel ricordo di un uomo che ha fatto la storia del cinema: “Non cerco di imitarlo, per rispetto a lui e a me – ha spiegato -. Se in maniera involontaria vengono fuori aspetti del mio carattere e atteggiamenti che sono in grado di ricordarlo e rievocarlo, quello si che è bellissimo”.

Un gentleman del cinema Tognazzi, artista semplice, umile e versatile. “Bisogna capire la differenza tra fare questo mestiere e diventare famosi. Diventare famosi in Italia è diventato troppo semplice, farlo attraverso le proprie capacità e passioni un po' meno”. Che tornerà presto al Festival, in quel posto dove il cinema trova la sua dimora naturale. “Questo panorama che ci circonda è difficile – ha concluso guardando tutti i giffoner negli occhi e unendoli in un unico e profondo abbraccio – ma i sogni vanno alimentanti sempr. Sarà difficile, ma insistete perché lo spazio per i veri talenti ci sarà sempre. E se avrete paura rifugiatevi in cose vere come questa”.

Last modified on Venerdì, 27 Luglio 2018 22:20