Domenica, 25 Luglio 2021 19:18

Film in concorso 25 luglio: cambiare la vita con la forza delle proprie idee

Continuano, appassionanti e coinvolgenti come sempre, le proiezioni per i giovani giurati del Giffoni. La quinta giornata del festival comincia alle ore 10:00, in Sala Truffaut, dove i Generator +13 hanno visto il film di animazione SNOTTY BOY (Austria-Germania, 2021) codiretto da Marcus H. Rosenmüller e Santiago López Jover e ispirato alla vita e alle opere del fumettista e illustratore Manfred Deix. La vicenda è ambientata negli anni Sessanta, in Austria, dove un piccolo ragazzino sfoga il suo malcontento contro le regole ferree divertendo tutti con i suoi disegni e trovando l’amore della sua vita. Il cinema d’animazione diventa, così, strumento per fare satira politica e sociale. Il produttore Josef Aichholzer e il coproduttore Ernest Geyer, presenti in sala, hanno ricevuto i complimenti di tutti i giurati per una “storia che nonostante sia ambientata in tempi lontani presenta molte analogie con la nostra società – dice Laura – ancora oggi ci sono molte persone che si nascondono dietro ideali malsani e falso perbenismo pur di apparire ‘sani’ davanti agli occhi della società. Noi – continua - non vogliamo che queste persone ci rappresentino, noi vogliamo cambiare e mostrarci per ciò che siamo!”. La vicenda prende vita in un paesino austriaco legato molto a regole conservatrici e bigotte: “Abbiamo cercato di dare una certa contemporaneità a questa storia – dicono i due produttori rispondendo ai ragazzi dell’hub di San Donà del Piave – perché così come in quegli anni, anche oggi bisogna incoraggiare i giovani alla libertà e a fare quello in cui credono”. Il film, costato 14 anni di lavori, tra animazioni e postproduzione, ha colpito molto i giovani spettatori anche per il messaggio che intende inviare: “La vicenda tocca molti temi che ci interessano in maniera particolare, come il razzismo, i diritti delle donne, la religione – dicono i giurati dall’hub di Montescaglioso – ma soprattutto ci insegna che non bisogna mai abbandonare i propri sogni e lottare sempre per le nostre idee!”. Un altro tema affrontato dal film è quello della sessualità. “Da questo punto di vista – dice Alberico – questo film sembra uno specchio della nostra vita di ragazzi adolescenti, che scoprono i primi amori, hanno i primi approcci con persone che amano, iniziano a scoprire in maniera differente il loro corpo”.  Un film, SNOTTY BOY, che ha lasciato un segno fortissimo nel cuore dei giurati. “Come fare a cambiare questo mondo che sembra così uguale ancora a quello che abbiamo visto nel film?” chiedono alla fine dall’hub di Montescaglioso. “è una lotta continua! – concludono gli ospiti - ogni giorno dovete lavorare per far sentire la vostra voce e la vostra voglia di libertà!”.

Doppia proiezione (ore 10:00 e ore 14:30) in Sala Sordi per i giurati Elements +10 che hanno visto l’onirico THE FANTASTIC JOURNEY OF MARGOT & MARGUERITE (Francia, 2020) del regista Pierre Coré. Una storia di padri e figli, un racconto che si svolge in due epoche diverse ma con due protagoniste fisicamente identiche che grazie a un baule magico vivono l’una nell’epoca dell’altra. Dal 1942 al 2020 Marguerite e Margot proveranno l’una a cercare il padre dell’altra, uno disperso in guerra, l’altro che non vive più con la figlia. Un viaggio che cambierà per sempre le loro vite. Quindi, batti piedi batti mani al suon di “We will rock you”, gli Elements +10 hanno introdotto la prima proiezione in programma per la giornata. “Uno dei migliori film di questa edizione! - dice  Gabriele - ho scoperto per la prima volta cosa si prova ad avere mal di pancia dall'emozione. Un film che mi trasmette la passione di chi lo ha creato”. Sara invece nota che “il regista è stato bravo a rappresentare i comportamenti e le ambientazioni per dare un'idea chiara delle epoche diverse. Un film, insomma, diverso dagli altri". Qualcuno invece muove una critica, come Marta: "Il finale per me era troppo prevedibile". Il dibattito, poi si è concentrato sulle assimilazioni delle scene di vita delle ragazze (pur vivendo a distanza temporale di 70 anni), oltre che sulla grande capacità recitativa della protagonista, riuscita a vestire i panni di due ragazze tanto diverse caratterialmente eppure tanto vicine.

Una storia d’amore travolgente è alla base del film STOP-ZEMLIA (Ucraina, 2021) scritto, diretto e montato dalla regista Kateryna Gornostai e visto dai giovani Generator +16 alle 14:30 in Sala Truffaut. Una sorta di autobiografia nella quale la regista racconta molte delle sue esperienze tramite il personaggio di Masha, liceale timida ed anticonformista e particolarmente legata a due suoi coetanei, Yana e Senia, gli unici che comprendono quello che lei prova nel suo periodo più turbolento. Intanto Masha prova un sentimento virtuale per un ragazzo con il quale riesce ad incontrarsi e a fare un ballo durante una festa. Peccato che l’epilogo non è come lei si aspettava: questo “amore” la costringe, infatti, a mettersi in discussione. Un film che racconta senza filtri i problemi e le esperienze dei giovani e decide di mettere Masha e i suoi amici al centro della storia. Anche alcune scene, a volte forti e a primo impatto incomprensibili, fanno parte dell'esperienza nella quale la regista vuole immergere lo spettatore, riuscendoci pienamente. “La scena dell'autolesionismo – chiede Matilda - nella quale viene inquadrato il capezzolo di Masha, il chattare con uno sconosciuto e la decisione di tagliarsi, cosa hanno significato per la ragazza?". "Sono esperienze che ho vissuto personalmente – risponde la regista - ma che ho raccontato per far capire che, pur essendo molte volte azioni stupide come tagliarsi sulle braccia per condividere un segno con gli amici o chattare con uno sconosciuto e raccontare la propria vita sentendo l'esigenza di farlo, sono cose che fanno tanti giovani e non è giusto che qualcuno si senta in diritto di giudicare. Essere tolleranti verso tutti – conclude - è fondamentale". Clarissa invece chiede quale sia lo scopo principale del film. "Far immedesimare lo spettatore nei personaggi – risponde la regista - come ne sono stata catturata io". Infine, i ragazzi collegati dall'hub di Vietri Sul Mare hanno chiesto: "Come ha trovato la forza per ripetere queste sue esperienze passate?". La regista insiste su come abbia "voluto cogliere i momenti di svolta, momenti di forte esperienza emotiva. Per me sono fondamentali per comprendere cosa prova una ragazza o un ragazzo di questa generazione".

Nell’ambiato della sezione Gex Doc alle 14:45 in sala Galileo è stato proiettato oggi l’intenso docufilm ON THESE GROUNDS (USA, 2021) diretto da Garrett Zevgetis (definito dalla rivista The Indipendent come uno dei dieci registi da tenere d'occhio al momento) e incentrato sui noti e tragici fatti de “l’assalto di Sping Valley”. Partendo da un video di violenza divenuto virale tramite la rete e guidati dall’ attivista Vivian Anderson e dalla geografa Janae Davis, il regista ci mostra il volto ancora poco nitido di una nazione che ha ancora evidenti i traumi del passato e soprattutto quelli del presente. Può il colore della pelle essere motivo di tanto odio? Può nel 2021 ancora esserci qualcosa di nascosto nelle pieghe del potere americano e far scattare una resa dei conti razziale? Il documentario ha colpito moltissimo la platea, non solo per “l’attualità degli eventi, ma soprattutto per come vengono recepiti dalla comunità. Sembra che non sia cambiato nulla e la gente di colore continua a subire troppe cose”. Il docufilm però ha avuto molti pareri discordanti. “è vero che la situazione sta sfuggendo di mano – dice Matteo – ma forse alcune notizie vengono anche manipolate dai media, in base al momento politico”. E se arrivassero anche in Italia le forse dell’ordine nelle scuole? “Forse si eviterebbero tante aggressioni non solo a volte purtroppo verbali – dice Marta, docente liceale – ma allo stesso tempo ci sarebbe comunque una sorta di perdita della libertà. Sarei indecisa”. Un film che ha diviso, fatto riflettere e dato tanti spunti di riflessione.

La quinta giornata dei giurati si chiude alle ore 20:00, in Sala Lumière, dove i ragazzi della sezione Generator +18 hanno visto il coinvolgente COUSINS (Nuova Zelanda, 2021) delle registe Briar Grace-Smith e Ainsley Gardiner. Ambientato in Nuova Zelanda, la vicenda racconta di tre cugine che sembrano così distanti caratterialmente l’una dall’altra ma che, dopo anni di allontanamento, vivono insieme il dramma della perdita della loro terra di famiglia e il fallimento della promessa di ritrovare il cugino perduto. Ma qualcosa cambia: un incontro, casuale e inaspettato, cambierà per sempre le loro vite, unendole ancora di più nel segno della bellezza della famiglia e delle tradizioni neozelandesi.

Leggi anche