Venerdì, 23 Luglio 2021 19:57

Film in concorso del 23 luglio, la speranza di una vita migliore

La giornata dei giffoners è cominciata alle ore 10 nella Sala Truffaut, dove è stato proiettato il film HER NAME WAS JO (USA, 2021), del regista Joe Duca. Di origini siciliane, Duca, presente in sala ed emozionatissimo, ha raccontato la lunga genesi del film: “E’ un progetto che portiamo avanti da 5 anni - precisa - ed è ispirato a vicende personali e che mi hanno particolarmente segnato”. Film crudo e che senza giri di parole ci proietta nella dura vita della piccola Jo, che vive lungo il fiume Shenandoah, pescando e raccogliendo materiali per strada da impegnare per racimolare qualche soldo. Quando il patrigno, drogato e violento, muore improvvisamente, la piccola protagonista decide di partire in un viaggio on the road con l’amica Selma alla ricerca del vero padre, cantante folk di stazione a Los Angeles. Il film ha diviso molto i giurati soprattutto per la diversità di temi affrontati. “Mi è piaciuto molto il cambiamento che ha avuto la bambina – racconta Teresa – che si trasforma da protagonista fredda ed empatica a coraggiosa e emotiva, appena si accorge cosa vuol dire essere amata”. La forza nell’accezione di amore che si contrappone alla forza negativa della guerra, della lotta o dell’abbandono è una componente fondamentale del film. “Credo molto nella forza di chi si prende cura degli altri” conclude il regista. “è uno dei film più belli che abbia mai visto – dice Sofia – per le tematiche diverse che affronta e per come riesce a trasmetterle a noi spettatori”.

Nella Sala Alberto Sordi, alle ore 10 e in replica alle 14:30, i giurati Elements +10 hanno guardato MY DAD IS A SAUSAGE (Belgio, Paesi Bassi 2021) per la regia di Anouk Fortunier: il protagonista Paul vuole cambiare vita! Sarà crisi di mezza età? Vuole diventare un attore e, dopo una serie di eventi divertenti e strappa risate, riesce nel suo obiettivo e forse anche di più. Complice d’eccezione, sua figlia Zoë. 

Nella Sala Lumìere ore 10, in replica anche alle 14:30, invece gli Elements +6 hanno riflettuto insieme su una storia di forte impatto emotivo: COME COME RAIN (India 2020) regia di Shafaq Khan. Islampura è in siccità da cinque anni, governo e abitanti del villaggio non trovano una soluzione, considerando che ciò che conta in quei contesti sono le differenze di religione e gli scontri che ne derivano. Per fortuna i bambini non sono come gli adulti: troveranno loro la soluzione alla siccità? Al termine della proiezione, prima di iniziare il dibattito con i giurati, la regista collegata dalla piattaforma Zoom ha tenuto a salutare tutti: “Vorrei inviare a tutti voi tanto amore”. La risposta dei giurati non si è fatta attendere ed è stata ricambiata con un enorme abbraccio virtuale. Visto il tema così attuale e globale, i giovanissimi giurati hanno posto tantissime domande: Giulia, di 7 anni, non riesce a comprendere perché: “Gli adulti litigano mentre c’è bisogno di risolvere la siccità”. “Gli adulti - risponde la giovane regista - pensano a cose meno importanti come la lotta tra religioni e le questioni territoriali, mentre il problema della siccità, che è ben più urgente, passa in secondo piano. I bambini come te – continua - sono e saranno la nostra salvezza”. Alessia invece, di 9 anni, ha voluto condividere con tutti i comportamenti utili per contribuire a salvare il pianeta: “Dopo essermi lavata i denti o il viso, chiudo sempre il rubinetto” spiega, ricevendo i complimenti direttamente da Shafaq Khan.

In Sala Truffaut alle ore 14:30 i ragazzi della sezione Generator +16 hanno preso parte alla proiezione del film EVERYONE HAS A SUMMER (Polonia 2020) esordio alla regia di Tomasz Jurkiewicz. Tra Agata, giovane ragazza che insegna in un campo estivo, e Marek, ragazzo che vive con madre e nonno malato, scoppia l’amore in un paese dove la comunità segue ancora tradizioni conservatrici e bigotte. Lo scontro generazionale tra vecchi e giovani e tra tradizione e liberalizzazione porterà risultati inaspettati sulla vita di tutti. I giurati dopo la visione hanno incontrato il regista e la produttrice del film, Magdalena Sztorc. “è fantastico essere qui – dichiarano – il vostro calore è contagioso. Per noi è un onore poter mostrare il nostro film qui”. La proiezione ha colpito moltissimo i giurati che, sia in sala sia dagli hub collegati da tutta Italia e Europa, hanno dato vita a un acceso dibattito. “Questo film ci ha dato emozioni fortissime – dice Michela – perché non solo la storia ma soprattutto i personaggi ci hanno fatto sorridere e commuovere allo stesso tempo”. Contrasto tra antiche tradizioni e liberalizzazione è al centro del film: “è una problematica che riguarda moltissimo noi giovani” dice Alessandra dall’hub di Montescaglioso. “Lo scontro generazionale è mostrato sia nei comportamenti ‘esterni’ e fisici sia nell’emotività – continua il regista - le persone giovani sono molto sensibili e per questo si scontrano con le generazioni precedenti. Ci sono sempre conflitti con chi ha energia ed è giovane – conclude - e chi detiene il potere”.

Nella categoria Gex Doc alle 14:45 nella Sala Galileo è stato proiettato il documentario I HAVE BEEN WAITING FOR YOU (Francia 2020) della regista Stéphanie Pillonca. Incentrato su coppie che non riescono ad avere figli e che decidono di adottarne, il film ci accompagna in una sorta di viaggio di iniziazione: la decisione, l’incontro col bambino, le sofferenze, i dubbi, le speranze, le gioie che cambierà per sempre le vite di queste coppie. Come si crea il legame tra un bambino e il suo genitore? 

Si chiude alle 19:30 nella Sala Lumìere, con i Generator +18 e il film SMALL COUNTRY – AN AFRICAN CHILDHOO (Belgio, Francia 2020) diretto da Éric Barbier. Ambientato nel Burundi degli anni Novanta, la vicenda si concentra sulla vita apparentemente normale di un bambino come tanti, tra giornate in famiglia e scherzi con gli amici di scuola. All’improvviso però lo scoppio della guerra civile cambia tutto e il piccolo protagonista dovrà compiere scelte coraggiose fino a raggiungere una inaspettata maturità.