Domenica, 22 Luglio 2018 20:39

LUCA BARBAROSSA AI MASTERCLASSER: “SIATE CURIOSI, NON FATEVI FREGARE DAL PENSIERO UNICO”

Da uno stralcio di Roma spogliata eseguita con la chitarra di un masterclasser a una riflessione su Roma e sull’Europa, passando per uno sprono: “Siate curiosi, non fatevi fregare dal pensiero unico”. Luca Barbarossa affascina e stimola i giffoners ripercorrendo con ironia e “leggerezza” la storia della sua carriera senza rinunciare a uno sguardo critico sul presente. “Oggi si fa una musica funzionale, a differenza di una volta – afferma il cantautore romano reduce dal successo dell’album Roma è de tutti - Noi volevamo fare musica, era un’esigenza dell’anima. Non sapevamo se lo avremmo fatto per mestiere. Nella mia vita fortunata il successo è stato quasi un incidente di percorso, non era il fine ultimo”.

Barbarossa, che scherza definendosi un “tennista che canta”, ricorda il suo rapporto con il successo seguito a Roma spogliata: “A 19 anni il successo non l’ho vissuto bene: non avevo gli anticorpi. Mi feriva essere frainteso – dice - Il successo è a volte piacere anche a chi non ti piace. E se non hai gli anticorpi te la prendi con te stesso pensando di aver fatto qualcosa di sbagliato”. E aggiunge: “Però ho avuto la determinazione di non mollare mai. Prima di azzeccare un’altra canzone, Via Margutta, il racconto di un pomeriggio trascorso a Roma, ci sono voluti 5 anni”.

Nell’incontro con i giovani si sovrappongono i ricordi: “Yuppies fotografa la fine degli anni ’80, arriva 4 anni prima di Mani pulite, quando si avvertiva l’inizio della fine di un modo molto disinvolto di fare politica. Craxi si incazzò”. E ancora: “Io racconto storie. L’amore rubato è la storia di una ragazza stuprata prima della sua prima volta. Però lei non si fa uccidere il sogno, continua mantenere vivo il più alto concetto di amore, di sesso, di rapporto. Nelle canzoni si può parlare di tutto, ovviamente con onestà intellettuale”. Non manca il rapporto con Roma: “Roma è il mio teatro, la mia fonte di ispirazione – spiega Barbarossa - ma parlo di cose che potrebbero accadere altrove”. Il cantautore non evita neppure una riflessione sul momento che vive la sua città: “Roma è una città profondamente ferita nella sua storia e nella sua grandezza. Si discute solo di monnezza e di buche, e già questa una sconfitta, perché una capitale universale ha davanti a sé altre sfide – attacca – Oggi la politica è cieca, corrotta, non vede oltre la punta del naso”.

Una riflessione anche sulla situazione attuale della musica: “Sento canzoni di autori che scrivono solo intorno al loro ombelico. Sento solo cose fatte per funzionare. E questo limita chi ha in mano uno strumento importante, la cultura popolare. Le canzoni sono scintille di coscienza, fanno riflettere. Non dico che cambiano il mondo ma possono cambiare una persona”. Da qui lo sprone ai ragazzi: “Non perdete la curiosità. Non vi fate fregare dal pensiero unico. Andatevi a cercare le cose senza prendervi solo la pappa pronta che vi hanno preparato”. Perché, dice, “la vera rivoluzione è la cultura. Meno cose sappiamo e più siamo manipolabili. Tutte le dittature hanno combattuto gli intellettuali, come quelli che a Ventotene hanno pensato all’Europa unita, quella che oggi stiamo tradendo per quattro spicci”.

Last modified on Domenica, 22 Luglio 2018 21:10