Sabato, 20 Luglio 2019 14:03

Masterclass Eco, Ricrea racconta la vita infinita dell'acciaio

"Un oggetto di acciaio può essere riciclato all’infinito perché è fatto di un materiale permanente": lo spiega Roccandrea Iascone, responsabile del consorzio Ricrea, nell’incontro Masterclass Eco dedicato all’uso e al recupero dell’acciaio. «L’anima di un palazzo, le pentole, gli attrezzi, le navi, sono di acciaio». Per il riciclo e il reimpiego totale di questo materiale, per pensarlo come risorsa, va rispettato e ricreato: "Buttare un tappo vuol dire ucciderlo, mandarlo nell’ambiente o in discarica. Riciclarlo, con la raccolta differenziata, vuol dire farlo rinascere. Va nelle acciaierie, viene fuso e diventa nuova materia prima".
Si tratta di oggetti resuscitati. "Un tombino potrebbe essere completamente costituito da acciaio riciclato, così come i binari ferroviari. Solo per fare degli esempi», ha detto ancora Iascone. Il forno che alimenta la fusione, di tipo elettrico, nelle acciaierie, reimpiega parti di navi, materiali da demolizioni, travi, cemento armato. «C’è questo grande pentolone in ghisa detto “siliera”, dove, per i loro volumi, gli oggetti creano spazi d’aria. Grazie ai materiali molto più piccoli, come i tappi, si compatta tutto".

I comportamenti quotidiani hanno una importanza fondamentale: le lattine, le scatolette quelle per il tonno, le bombolette per la lacca o per la vernice, i barattoli per i pomodori, avviati al riciclo attraverso una corretta raccolta differenziata, torneranno a “vivere”, magari sotto altre forme, riuscendo ad essere ugualmente utili e semplificando la vita delle persone. "Non ci pensiamo, ma queste cose non vanno buttate perché sono fondamentali e preziose. E lo stesso vale per i fusti abbandonati, in mare o in un fosso". Sono oggetti destinati a rinascere infinite volte. "Il paradosso dei fusti è che li scelgono perché sono fantastici per contenere ogni tipo di materiale, anche quelli dannosi o pericolosi. Ma vanno gestiti in maniera consapevole". Perché buttati via diventano come oggetti messi sotto il tappeto. Destinati a restare, come un problema. "Il problema non è mai il materiale – ha concluso Iascone – Lo sforzo è quello di fare un uso consapevole. Ci sono modalità per trasformare il problema in opportunità, il rifiuto in risorsa".