Martedì, 17 Aprile 2018 16:04

MOVIE DAYS E TELEFONO AZZURRO: IL BULLISMO SPIEGATO AI BAMBINI PASSA ANCHE ATTRAVERSO IL CINEMA

"Grazie ai Movie Days ho scoperto il significato della parola bullismo, ho capito i comportamenti da evitare e, soprattutto, che se si è al corrente o se si è vittima di atti del genere non bisogna tenersi tutto dentro, ma parlarne con qualcuno”. Sguardi attenti e spirito critico già evidente, a parlare è Giulia, 8 anni, tra i protagonisti della quindicesima giornata di cinema per la scuola ideata e proposta da Giffoni Experience.

Ad affollare la Sala Truffaut sono stati oltre 600 allievi provenienti da nove istituti: il “Don Milani” di Giffoni Valle Piana; il 1° circolo didattico di Agropoli; l’8° circolo didattico “Don Milani” di Salerno; l’istituto comprensivo di Forino; l’“Alfredo Palatucci” di Montella; il “Bruno Fiore” di Nola; la “Rousseau” di Salerno; il circolo didattico di Montecorvino Rovella e il “Giulio Testa” di Venafro.

Tante voci che si sono confrontate con Roberta De Sio Cesari, psicologa e psicoterapeuta, referente per il settore scuola di Telefono Azzurro.

"Da anni collaboriamo con Giffoni - ha spiegato - e i Movie Days sono un'occasione privilegiata per dialogare con i bambini. Oggi è stata una giornata molto stimolante tanto per noi quanto per i ragazzi che, attraverso la visione di un film, hanno potuto riflettere su tematiche importanti come il bullismo, uno dei nostri argomenti di principale interesse su cui concentriamo la nostra attenzione al fine di prevenire il fenomeno e cercando di accrescere la loro conoscenza sulle strategie per fronteggiarlo".

Ad accompagnare nella riflessione gli studenti è stato “Edhel”, lungometraggio d’esordio del regista napoletano Marco Renda, che ha conquistato il secondo posto nella categoria Elements +6 durante la 47esima edizione del Giffoni Film Festival.

Prodotto e distribuito dalla Vinians Production, il film è stato realizzato in soli 18 giorni di riprese. Protagonista la giovanissima Gaia Forte, nei panni di una bambina nata con una malformazione del padiglione auricolare, che fa apparire le sue orecchie “a punta”. L’unico posto in cui non si sente giudicata è un maneggio, dove trascorre interi pomeriggi in compagnia di un cavallo chiamato Caronte. Orfana di padre, cresce con la madre Ginevra, che preme affinché la figlia si operi, eliminando chirurgicamente quella caratteristica che la rende “diversa” dagli altri. A cambiare le cose l’incontro con Silvano, un bidello stravagante che insegnerà alla piccola Edhel l’importanza di poter essere, finalmente, se stessa.