Giovedì, 02 Novembre 2017 12:31

"My name is Emily" al cinema dal 1 novembre: l'opera, del regista scomparso Simon Fitzmaurice, presentata ai giffoners nel 2016 da Evanna Lynch

Una ragazza, un ragazzo, una vecchia automobile gialla che attraversa un’Irlanda piovosa e densa di luce, diretta a nord. Una figlia che cerca di salvare un padre fragile dalla clinica psichiatrica, dopo che la morte della madre ha spezzato la vita di entrambi. "My name is Emily", in concorso al Giffoni Film Festival nel 2016, è dal 1 novembre in tutte le sale italiane. Un film poetico, ironico e struggente, ancora più toccante se si pensa che l'opera é stata scritta e diretta da Simon Fitzmaurice, scomparso prematuramente pochi giorni fa, a soli 43 anni, a causa della sclerosi laterale amiotrofica (SLA). Fitzmaurice dal 2008 ha vissuto completamente paralizzato e solo grazie all'Eye Gaze, un software di riconoscimento dell’iride, ha potuto scrivere, comunicare e dirigere cast e troupe. Un regista esuberante e pieno di vita a cui va il grande abbraccio del Giffoni Experience e l'invito a non perdersi l'appuntamento al cinema con uno dei suoi lungometraggi più delicati.

Durante la 46esima edizione del Gff a presentare al pubblico l'opera fu Evanna Lynch, attrice irlandese nota al grande pubblico come la stralunata Luna Lovegood della saga di Harry Potter. "Siate comprensivi con i genitori, spiegate loro con calma i vostri sogni e aiutateli a capire le motivazioni che vi spingono a sperimentare cose nuove - aveva consigliato ai giurati - mia mamma, che oggi è con me a Giffoni, mi ha dato regole severe ma mi ha anche lasciata libera di trovare la mia strada, ha capito che la ribellione adolescenziale non era un dispetto, ma un desiderio di capire chi fossi”. Su "My name is Emily", invece, aveva detto: "In questo film il mio personaggio ha difficoltà ad esprimere le emozioni perché cerca di proteggere se stessa, invece è importante anche mostrare le proprie fragilità".

La giovane interprete presta un volto estremamente espressivo ad Emily, rivelandosi un’attrice completa e sensibile, capace di andare ben oltre il personaggio della saga di Harry Potter che le ha dato la fama. "Nel costruirlo ho seguito il consiglio del regista - aveva aggiunto - mi ha suggerito di non preoccuparmi eccessivamente di tutto il peso della sua storia, ma di interpretarlo con semplicità. Mi sono anche lasciata ispirare dai miei colleghi, George Webster e Michael Smiley, perché penso che si impari sempre molto dagli altri, aprono nuove prospettive sulla vita e sui personaggi".

L'opera ruota attorno ad un pensiero fisso: "Se ti nascondi dalla morte, ti nascondi dalla vita". Con questa idea in testa e l'obiettivo di liberare suo padre dalla clinica in cui è ricoverato, l'adolescente Emily (Lynch) parte alla volta di un'insolita operazione di salvataggio attraverso la campagna irlandese. L'avventura della ragazzina, scostante e riservata, comincia il giorno del suo sedicesimo compleanno, quando dopo non aver ricevuto l'annuale biglietto d'auguri da parte del genitore, un sospetto si fa largo tra i molti dubbi che già la attanagliano. Nonostante il complicato rapporto con la famiglia adottiva e i problemi di integrazione nella nuova scuola, Emily convince l'amico Arden (Webster), un compagno incuriosito dai suoi misteriosi modi di fare, ad accompagnarla nell'impresa.

"Non siamo noi a scegliere cosa ci emoziona. Siamo scelti. Proprio come la SLA ha scelto me - aveva comunicato Fitzmaurice attraverso l'Eye Gaze presentando il film - sei quel che sei. Sta a te decidere cosa fare. Volere sempre il lieto fine è una sorta di malattia, se nasce dalla paura di vedere le cose per quelle che sono. Ma c’è un altro impulso, più profondo della paura. La volontà di vivere. Vivere con la tristezza, la perdita e l’amore che fanno parte della vita. Affrontarla, senza mollare. Perché credo nel potere di accettare tutto ciò che ti capita senza farti schiacciare a morte dalla perdita". Un film che ha dunque un messaggio forte, come è da tradizione del Gex, narrato con un linguaggio cinematografico avvincente, dai dialoghi alla colonna sonora, fino alla fotografia.

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