Lunedì, 17 Luglio 2017 18:28

A Giffoni Masterclass la voce di Levante: "Siate voi stessi, sarà la vostra più grande vittoria"

Sensibile, semplice, simpatica, bellissima, Levante, al secolo Claudia Lagona, si è mostrata così ai ragazzi del Giffoni Film Festival questo pomeriggio, durante la Masterclass che ha tenuto all'Antica Ramiera. Sollecitata dalle domande dei ragazzi, l'artista si è raccontata senza filtri in un incontro molto profondo: "Mi piace sentirmi un'autrice che canta perchè ho sempre avuto bisogno di raccontare una storia, amo incastrare le parole con le note, amo i vocaboli e la lingua italiana - ha detto in riferimento al suo percorso artistico - ho iniziato scrivendo la mia prima canzone a 9 anni, l'ho suonata a 12, a 13 anni ho fatto il mio primo provino con Teddy Reno, poi ho passato la mia adolescenza tra la scuola e la mia cameretta dove componevo i primi brani, la discoteca per me era una sconosciuta”. Grande il suo cambiamento sul palco: "All'inizio mi raccontavo molto di più durante i concerti, poi ho capito che a volte non serve, mi sembra quasi di spiegare una barzelletta".

Spesso etichettata come "indipendente", ma solida presenza in un mondo discografico in cambiamento, Levante ha dato ai ragazzi la sua visione di questo momento. "E’ un po' difficile parlare di musica indipendente, oggi ciò che è strano viene definito tale. Io sono assolutamente indipendente nel percorso discografico come dimostra la mia etichetta, la "Carosello", nonostante faccia grandi numeri, ma per suoni la mia è un'attitudine "pop" e devo dire che io amo il pop". "In realtà - ha proseguito l'artista - mi piace pensare che ci possano essere più sfumature nella musica, evitando la gabbia delle etichette. La componente industriale nella discografia è più una questione di marketing o manageriale, intorno a me per fortuna di industria ho ben poco: io ancora faccio musica con l'emozione e le lacrime. Avere visibilità è una componente importante per pagare l'affitto ma io faccio quello che sento".

Nel suo ultimo album "Nel caos di stanze stupefacenti", vengono toccate anche molte tematiche sociali importanti come il femminicidio: "In 'Gesù Cristo sono io" ho identificato la crocifissione di Gesù con la violenza subita da una donna, da tante donne; ma alla fine, come in molti miei brani, ho voluto che ci fosse un risvolto positivo. Si prosegue con l'amore omosessuale: "In 'Santa Rosalia' ho descritto una presa di posizione che in realtà non avrei voluto prendere perchè è assurdo che oggi si parli ancora di differenze di sesso in amore, ma purtroppo c’è ancora bisogno di farlo". Altro elemento esaminato nel disco è la violenza dei social: "'Non me ne frega niente' forse è il mio pezzo più frainteso, in realtà il testo dice "non me ne fraga niente", ma il senso è esattamente l'opposto".

Immancabile, quindi, l'argomento 'leoni da tastiera': "Ho scritto 'Non me ne frega niente' quasi di getto, dopo la tragedia del Bataclan. In quel momento avevo chiesto solo silenzio perchè la finta partecipazione che ne era conseguita era diventata davvero imbarazzante. Sono stata attaccata in maniera molto feroce, e lì è nato il brano. Il vero problema è che oggi a molti manca una vita vera, altrimenti non hai il tempo di postare qualcosa in ogni momento".

Un altro suo brano spesso frainteso è stato 'Alfonso', "Una delle canzoni più tristi che abbia mai scritto, ma questo è il bello della musica. Ognuno prende una canzone e la fa propria nella vita. Quella musica, con l’ukulele e il sol maggiore, a molti può ricordare un’estate bella, un momento spensierato, ma quando l'ho scritta avevo 24 anni. Era un periodo in cui tutti intorno a me sembravano realizzati, sentivo che solo io non avevo ancora un posto felice dove abitare".

Un'artista a 360gradi ne è la dimostrazione il suo romanzo d'esordio 'Se non ti vedo non esisti': "Non ho la pretesa di essere una scrittrice ma l'ho fatto perchè avevo bisogno di scrivere. La Rizzoli mi ha contattato perchè aveva notato la mia scrittura sui social, i miei post descrittivi. Tutto il libro è stato frutto del mio lavoro, non di un copyrighter. La gente che mi segue avrebbe riconosciuto subito la scrittura di un'altra persona".

E, a proposito, del suo prossimo impegno come giudice di XFactor ha detto "Non avevo mai visto il programma ma non ho paura di mostrarmi per quello che sono. Il mio contributo è un percorso fatto sulle mie gambe, in modo semplice perchè io non so giocare a poker, non so barare, non so fare strategia e non la farò. Non mi importa vincere, non mi piace la competizione e non vorrei ci fosse tra i ragazzi. Vorrei solo portare avanti una voce che possa dare qualcosa di diverso alla musica".

“Ragazzi - ha concluso l’artista - il consiglio che posso darvi è quello di essere voi stessi. Non abbiate paura di mostrarvi per quello che siete perché se vi inventate di essere altro, è una sconfitta gigantesca”.