Lunedì, 10 Ottobre 2016 12:21

Scomparso Andrzej Wajda, il ricordo del direttore Gubitosi

Apprendo con profondo dolore della scomparsa di Andrzej Wajda. La Polonia e il cinema mondiale perdono uno dei più intensi autori.

Ricordo la fitta corrispondenza che lo vide poi presente a Giffoni nel 1991. Ricordo quei giorni così impegnativi per me, consapevole di trovarmi a parlare e discutere, con un uomo di grande cultura, di politica, storia, immagini di una Polonia che lentamente si riprendeva, del suo amico Lech Walesa che sarebbe poi venuto a Giffoni da Premio Nobel. La sera della premiazione nella Piazza Lumiere di Giffoni, con la dolcissima moglie Krystyna Zachwatowicz, era affascinato dalle migliaia di persone e non smetteva di guardarsi indietro per vedere il pubblico, il fascino del paese, della piazza.

Per lui realizzammo una brochure che qui sotto ripropongo. Lo incontrai successivamente a Cracovia, mi parlò e visitammo insieme il Museo dell’Arte e della Tecnica Giapponese Manggha, nato sotto l’egida della sua Fondazione Kyoto-Krakow. Un edificio i cui specchi esterni riflettono la prospettiva del Castello e del fiume Vistola. 

Nel 2007, a Varsavia, lo invitai a pranzo al Marriott Hotel. Ricordo che appena arrivò, il personale dell’Hotel, i camerieri, i clienti lo veneravano. Mi chiedevano di poter fare una foto con lui. Un po’ “Padre della Patria”.

Gli chiesi di ritornare a Giffoni per una masterclass e per presentare al Festival il suo ultimo film “Katyn”. Accettò, ma poi un’influenza bloccò la sua partenza. Scrisse una bella dichiarazione che riportò integralmente l’Agenzia di stampa Adnkronos:

CINEMA: GIFFONI, DA WAJDA MESSAGGIO AL FESTIVAL

IL MAESTRO DEL CINEMA POLACCO PRESENTA DOMANI 'KATYN'

Giffoni Valle Piana (Salerno), 21 lug. - (Adnkronos) - “Per me è un momento importante e perciò mi sento caricato di responsabilità”. Cosi’ Andrzej Wajda, maestro del cinema polacco, parla di “Katyn”, il suo ultimo film, che domani sarà presentato ai giovani giurati del Giffoni Film Festival. In un messaggio inviato al direttore del Festival, Claudio Gubitosi, il grande regista polacco si rivolge direttamente ai ragazzi della Cittadella spiegando loro il senso della sua pellicola: “Vedrete una verità storica sulla Seconda Guerra Mondiale –spiega Wajda- Mi rendo conto che questa terribile vicenda, che è la strage di 20.000 ufficiali polacchi, assassinati su ordine di Stalin, non la racconto ai soli spettatori polacchi. Essi conoscono questa verità da anni, nonostante fosse un tabù.

Le bugie su ‘Katyn’ erano la versione ufficiale obbligatoria nella Repubblica Popolare Polacca che era sottomessa all’Unione Sovietica dal 1945 fino alla caduta del comunismo nel 1989. Il mio racconto si rivolge al mondo che nascondeva la verità su questo crimine e promuoveva la versione sovietica che lo metteva sulle spalle della Germania nazista. Per questa ragione -prosegue Wajda- sono stasera con voi, cari spettatori, presente con i miei pensieri, ringraziando il direttore di aver inserito ‘Katyn’ nel programma del Festival di Giffoni. La verità vi libererà, ha detto papa Giovanni Paolo II. Fedele a questa chiamata ho realizzato questo film pensando ai miei genitori, a mio padre, ufficiale dell’esercito polacco, che è stato tra le vittime di questo crimine, e a mia madre che, sottoposta alla bugiarda propaganda sovietica, aspettava il suo ritorno fino alla morte”.

(Spe/Pn/Adnkronos) 21 luglio 2009

Desidero far giungere alla famiglia e all’Associazione dei Cineasti Polacchi, a nome mio e di tutto il team, il dolore del Giffoni Experience.

Claudio Gubitosi

 

Da Repubblica.it del 10/10/2016 la biografia di Andrzej Wajda:

Addio al regista polacco Andrzej Wajda. Il suo cinema a difesa della società

Autore de 'L'uomo di ferro' e 'L'uomo della speranza' dedicato a Lech Walesa, è morto a 90 anni a Varsavia

È morto a Varsavia, ieri sera, a 90 anni il regista polacco Andrzej Wajda. Autore di numerosi film sulla storia della Polonia, vinse la Palma d'oro a Cannes nel 1991 conL'uomo di ferro, racconto del movimento di Solidarnosc, che aveva conquistato la Palma d'oro a Cannes. Nella pellicola compare anche Lech Walesa nei panni di sé stesso. Il regista era atteso alla Festa di Roma per essere protagonista di uno degli incontri ravvicinati e dove verrà proiettato il suo ultimo film Afterimage dedicato alla vita del pittore polacco Wladyslaw Strzeminski (1893-1952) e delle repressioni da lui subite nel dopoguerra in Polonia per il rifiuto di piegarsi alle regole del 'realismo socialista', ovvero la dottrina ufficiale imposta agli artisti dal Partito comunista.

Wajda era nato a Suwalki, cittadina del Nord della Polonia, il padre era ufficiale di cavalleria e morì durante la seconda guerra mondiale, Andrzej ancora adolescente combattè di tedeschi. Grande appassionato di storia polacca, i suoi primi film erano stati dedicati alla dolorosa esperienza della Seconda Guerra Mondiale e alla resistenza polacca ai nazisti, che occuparono il Paese per 6 anni. La sua consacrazione internazionale era arrivata con L'uomo di marmo, nel 1976, con cui aveva ottenuto il Premio della Critica internazionale di Cannes, nel 1978.  Considerato uno dei cineasti polacchi di maggior rilievo, era stato nominato all'Oscar nella categoria miglior film straniero in tre occasioni: oltrechè per l'Uomo di Ferro, anche per La terra della Grande Promessa e nel 2008 per Katyn. Il maggior critico polacco lo ha definito in un articolo di commiato "regista simbolo dei tempi". Wajda, che ha subito il duro impatto della Seconda guerra mondiale e nelle fosse di Katyn ha perso il padre, secondo Tadeusz Sobolewski ha cercato con vari film, compreso Katyn del 2007, di avvisare e prevenire affinchè i suoi connazionali non ripetono più "i sacrifici inutili", "l'eroismo invano", "il culto della sconfitta". "Ha creduto nella missione del cinema, nella responsabilità dell'artista di fronte alla società", ha sottolineato Sobolewski.

Il suo ultimo film, prima di Afterimage, era stato ancora una volta dedicato al leader di Solidarnosc Lech Walesa, si intitola Walesa - L'uomo della speranza ed era stato presentato alla Mostra del cinema di Venezia alla presenza dell'ex Presidente. Il film si concentrava su una lunga intervista che Oriana Fallaci (nel film interpretata da Maria Rosaria Omaggio) aveva fatto con il futuro premio Nobel.

Tra i primi a rendergli omaggio su Twitter l'ex presidente del festival di Cannes Gilles Jacob che ha scritto: "L'amico di sempre non c'è più. È stato il maestro indiscusso del cinema polacco. Cineasta barocco dal lirismo potente, coscienza di un intero popolo, Andrzej Wajda ha accompagnato i contraccolpi della storia del suo paese".

Omaggio a Andrzej Wajda