Martedì, 19 Luglio 2011 00:00

Ascanio Celestini, la tv e' una macedonia in cui Bergman e' come amici

 

Celestini“La televisione ormai è un mezzo determinato da inserzionisti e politici”. Ascanio Celestini, ospite del Giffoni Film Festival si sofferma sulla sua idea di mezzo televisivo “Oggi si può parlare di ‘macedonia televisiva’ perché è difficile pensare ad un linguaggio televisivo, oggi la fruizione coincide con lo zapping. Ormai un ballerino di Maria De Filippi è uguale ad un attore di un film di Bergman che va alle 2 di notte. La televisione è un frullatore dove la frutta viene mescolata. Quando mangi tutto insieme hai difficoltà a distinguere e alla fine poi ti ci abitui. Io penso che bisogni cercare di mantenere un proprio stile e frenare quel processo di rimescolamento. A volte preferisco youtube perché quello, nonostante tutto, è un luogo che tu scegli di frequentare”.

E a proposito dei politici ospiti di programmi televisivi afferma “Oggi non ci sono politici ma personaggi televisivi, ormai si può parlare di ‘politica di professione’ – prosegue Celestini -  I politici in tv non guardano i loro interlocutori, ma guardano sempre e solo fisso in camera. Fino a quando c’è un primo piano questo funziona, ma quando ci sono riprese ampie si cade nel ridicolo”.


“Fare politica è qualcosa di più ampio che entrare in un partito”,al Festival di Giffoni, l’artista parla anche della sua idea di partito. “Pensate che Murdoch, perché non iscritto ufficialmente ad un partito non faccia politica? I partiti sono contenitori che hanno perso il loro contenuto.

Per questo non mi sono mai candidato anche se mi è stato chiesto e penso che mai lo farò”. E ha aggiunto “Bisognerebbe più che governare con i partiti, gestire la propria condizione nella maniera più diretta possibile”. Interrogato su Beppe Grillo ha poi affermato “Grillo dice quello che pensa, ma come i politici  in tv è un personaggio. Molte persone lo conoscono solo tramite la televisione. Ma non è questo il pericolo, il vero pericolo è parlare solo per tappare dei buchi, senza un’ideologia, senza una prospettiva, senza una visione del mondo. La cosa che mi fa paura sono i gruppi che come i soldati robotizzati, fanno tutti la cosa in nome solo di una bandiera. Lì non si può parlare di pensiero ma solo di tifo, basta che uno parli che partono tutti”.


“Ci sono battaglie importanti che devono essere sottolineate” Ascanio Celestini a Giffoni racconta anche la nascita di alcune sue opere”Per me fabbriche, manicomi, campi di concentramento, sono luoghi in cui si consumano battaglie uguali”. “Avevo cominciato a fare delle ricerche sui call center, nel 2006, in un call center della periferia di Roma, che aveva 5.000 persone ed un collettivo autorganizzato, storie di uomini non lontane da quelle dei manicomi. Avevo inizialmente pensato ad un film, poi ne è venuto fuori uno spettacolo e infine un romanzo: “Lotta di Classe”.

 

 

 

L'audio della conferenza stampa di Ascanio Celestini

 

L'audio della Masterclass di Ascanio Celestini

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