Venerdì, 20 Luglio 2018 19:26

LA SCELTA DI RESPONSABILITÀ SOCIALE DI FERRARELLE SPA ALLA MASTERCLASS GREEN

“Io sono ghiaccio dei poli, sono oceano, mare, fiume, neve, grandine, nuvola, pioggia. Sono la vita ed è così da milioni di anni, più degli umani, più delle foreste, più della terra, ma non sono infinita”. Le immagini suggestive delle calotte artiche e dell’ambiente naturale scorrono sul grande schermo della Sala Verde della Multimedia Valley, accompagnate dalla voce di Valeria Golino. Un messaggio forte, poetico, che rilancia l’importanza dell’elemento acqua, tema cardine di #Giffoni2018. “Acqua rara e preziosa”, ripete la voce dell’attrice, perché solo il 2% esistente in natura è acqua dolce. “Proteggermi significa proteggere la vita sul pianeta. Unica, semplice regola è rispettare la terra. Niente può essere fatto senza di me. Non sono di nessuno e nessuno mi può possedere. Gli uomini devono continuare a meritarsi questo privilegio, ogni giorno”.

Si affida a una narrazione visiva d’impatto il progetto di sostenibilità intrapreso dalla Ferrarelle Spa, tra i main sponsor del Festival e protagonista della Masterclass Green. A dialogare con Carlo Pontecorvo Ricciardi, Vice Presidente Ferrarelle Spa e Giuseppe Cerbone, consigliere delegato dell’azienda anche Claudio Gubitosi, direttore di Giffoni Film Festival. Ed è proprio Gubitosi a lanciare dal palco la proposta di proiettare il video-racconto all’inizio di ogni sessione dedicata all’ambiente per il forte appeal comunicativo. Descrive, invece, la filosofia con cui Ferrarelle gestisce le sue falde acquifere Carlo Pontecorvo Ricciardi, in un dibattito serrato con i giffoners che partecipano alla masterclass Green: “Il nostro mestiere non è commercializzare e distribuire, quello è solo il ciclo conclusivo. Noi gestiamo una falda acquifera –sottolinea - Ci assumiamo l’onere di amministrare e custodire le sorgenti, preservandone la disponibilità nel tempo e l’equilibrio organolettico”.

Tutela del prodotto e del consumatore, specializzazione estrema, comportamenti virtuosi e la scelta di bottiglie in Pet 100% riciclabili. “Fin da quando abbiamo intrapreso il percorso di imbottigliatura di acqua minerale, ci siamo trovati di fronte a un contesto complicato, con tanti detrattori. Viviamo una fortissima criminalizzazione legata all’uso del contenitore di plastica, e per essere gestori privati di una risorsa pubblica. Un attacco fazioso, perché con il nostro know how tecnico e industriale riusciamo a mantenere inalterato l’equilibrio della falda, con 615 controlli qualità giornalieri su tutta la filiera – insiste Pontecorvo - Oggi il consumatore si interroga sulla sostenibilità dei propri consumi. In Italia esistono 250 marchi e un centinaio di aziende. La denominazione “acqua minerale” in etichetta indica un prodotto eccezionale, imbottigliato in loco, sia in alta montagna sia in territori con caratteristiche artesiane. Gli italiani sono i primi consumatori al mondo per litri pro capite, ma ciò ha portato ad una perdita di percezione. Oggi l’acqua viene data per scontata, infinitamente disponibile e facilmente sostituibile in favore di altri prodotti meno pregiati e non microbiologicamente puri. Ferrarelle si fa carico di testimoniare ai consumatori che il futuro può essere più sostenibile di come è stato fino ad oggi – ha detto in masterclass il vicepresidente Michele Pontecorvo Ricciardi –  Riciclare le bottiglie in Pet è un’attività intelligente che porta beneficio all’ambiente, preferire i prodotti che scelgono la via del riciclo significa mettere semi di responsabilità sociale e ambientale per il futuro. Siamo lieti di essere qui  al Giffoni, un’occasione unica per incontrare un pubblico giovane e qualificato, perché chi ama il cinema è un pubblico evoluto e che ha interessi oltre l’ordinaria amministrazione".

Di qui la necessità di una responsabilità sociale d’impresa, diventata centrale nell’idea di business di un’azienda italiana, con dimensione nazionale e internazionale, con impianti a Caserta e a Brescia e due sede operative, radicata inoltre nel casertano con il Parco delle Sorgenti a Riardo, primo asset in un territorio spesso identificato per la gestione criminale dell’ambient, aperto al pubblico con il sostegno del Fondo Ambiente Italiano, che lo ha patrocinato per la biodiversità che ospita. “Si può essere internazionali per scelta, ma territoriali per vocazione. Siamo nati qua, dove abbiamo la nostre radici, la nostra storia – sottolinea il direttore Gubitosi parlando del festival – Anche qui abbiamo costruito cose impossibili, divenute un patrimonio pubblico sebbene siamo un soggetto privato. Sono orgoglioso di avervi a Giffoni. Il nostro tema è l’acqua, fonte di vita ma anche di morte, se si pensa a cosa sta accadendo in ambito internazionale. La salvaguardia del nostro pianeta è diventata fondamentale. Ho atteso tanto questo primo giorno, stamattina abbiamo inaugurato con un’espressione diversa, con Andrea Bocelli, in una masterclass memorabile, un’apertura differente, con qualità umane che raramente si trovano. Adesso sono ancora più curioso, perché questo video è bellissimo, sintetizza quello che diciamo, partendo dai piccoli gesti. Giffoni è il luogo degli incontri – continua Gubitosi - anche degli scontri, ma almeno si ragiona, si dialoga. Avremo modo di discutere, di far emergere, come l’acqua, anche le criticità, le difficoltà, le incomunicabilità”. Focus della discussione particolarmente accesa con i giffoners il problema del riciclo dei contenitori di plastica, le criticità delle bioplastiche e le nuove tendenze #PlasticFree.

“La sostenibilità ambientale è un concetto che si può misurare – afferma l’ingegnere Giuseppe Cerbone, mentre lancia interrogativi alla platea per verificarne le credenze e potenzialità, attraverso case history concreti - Nel nostro percorso abbiamo ridotto il peso dei contenitori, abbiamo impiegato tecniche avanzate con riduzione di energia, ricicliamo il 95% dei nostri prodotti e abbiamo attivato impianti di produzione fotovoltaici. Ridurre le materie prime significa ridurre costi, oltre all’obiettivo del perseguimento di un minore impatto. Qualsiasi cosa facciamo impatta. Siamo macchine biodinamiche. L’impatto zero non c’è, non esiste. Il pet è una plastica riciclabile. Non esiste un materiale che non produca effetti. I biomateriali, ad esempio, per essere prodotti, hanno bisogna di acqua. Il vetro riutilizzabile è più impattante del Pet non riciclato. È il metodo di raccolta che deve cambiare, con un sistema dedicato al Pet”. In prospettiva, quindi, la necessità di un equilibrio: “ Occorre incentivare la plastica da riciclo. Esistono cose non indispensabili, come le cannucce, i bicchierini, i cotton fiock: beni di consumo da rimodulare, favorendo ad esempio i cucchiaini di bambù per il caffè. In altri casi la plastica è indispensabile – conclude Pontecorvo - Siamo tutti responsabili del ciclo di vita di un prodotto, se tutti sposano un atteggiamento di responsabilità, sarà più sostenibile.

Last modified on Domenica, 22 Luglio 2018 12:27