Carol Morley
Nata nel 1966 a Stockport, in Inghilterra. Nel 1993 si è diplomata in cinema e video d’arte al Central Saint Martins College of Art and Design con due saggi di diploma, i cortometraggi GIRL e SECONDHAND DAYLIGHT. In seguito ha realizzato i cortometraggi I’M NOT HERE (1994) e THE WEEK ELVIS DIED (1997). Nel 2000 ha girato il documentario THE ALCOHOL YEARS. Dopo i cortometraggi EVERYDAY SOMETHING (2001), RETURN TRIP (2001), STALIN MY NEIGHBOUR (2004), THE FEAR OF TRILOGY (2006), THE MADNESS OF THE DANCE (2006), ha diretto il suo primo lungometraggio di finzione, THE EDGE. Nel 2011 ha firmato il documentario DREAMS OF A LIFE.
Dichiarazioni della regista
“L’ispirazione per THE FALLING mi è venuta nel 2006, quando ho realizzato un cortometraggio intitolato THE MADNESS OF A DANCE, con Maxine Peake, sull’isteria di massa o, come si usa dire più correttamente, sulla malattia psicogena di massa. Ho studiato approfonditamente l’argomento, e ho scoperto che esistono bensì degli schemi prefissati che vengono utilizzati per identificare un attacco psicogeno di massa, ma anche che ci sono tuttora molti misteri a loro intrecciati. I medici non riescono a comprendere del tutto il motivo per cui le persone presentano determinati sintomi fisici. Il caso recente alla Leroy High School negli Stati Uniti, che si è manifestato come un’epidemia di spasmi, ha diviso radicalmente le persone coinvolte. Alcuni hanno legato la malattia delle studentesse 'a una vecchia dispersione di sostanze chimiche, altri l’hanno vista invece come una malattia interamente psicologica. Mi ha affascinata l’idea che le malattie psicogene di massa siano immerse nel mistero e nella contraddizione, e ho sentito che questo sarebbe stato un grande tema per un film. Mi ha affascinata anche il fatto che queste malattie si diffondono soprattutto tra individui della stessa età, nelle istituzioni monosessuate, come conventi, scuole femminili e caserme dell’esercito, ma che, nel complesso, colpiscono perlopiù le persone di sesso femminile. Questa idea di collettività femminile mi interessava molto. Ho sentito che un film che si fosse soffermato su un gruppo di giovani donne al centro di un attacco di questo tipo avrebbe potuto essere convincente. Alcuni studi hanno dimostrato che le malattie psicogene di massa hanno a che fare con l’ammirazione inconscia per un’altra persona che ha determinati sintomi, e questo sarebbe il modo in cui la malattia si diffonde. Ho voluto così creare il personaggio di una ragazza forte e carismatica al centro di una epidemia di svenimenti. Gli studi dimostrano anche che spesso c’è un incidente alla base dello scoppio della malattia, e da qui deriva la tragedia che si verifica in THE FALLING.
“Le malattie psicogene di massa possono essere viste come rappresentative delle ansie del tempo in cui si manifestano. Oggi sono spesso reazioni agli alimenti o ai prodotti chimici. Ho sentito che il 1969 sarebbe stato un anno perfetto nel quale ambientare THE FALLING, perché mi sembrava un’epoca adolescenziale riflessa negli adolescenti del film. Per me è stato importante anche non mostrare una visione stereotipata degli anni Sessanta. Molti personaggi del film, come Eileen (Maxine Peake, la madre di Lidia nel film), e la vicepreside (Greta Scacchi), sono ancora bloccati negli anni Quaranta e Cinquanta. Inoltre penso che ci fosse molta ansia, all’epoca, sui cambiamenti invalsi nei modi di mostrare e rappresentare la sessualità femminile, e tutto ciò è particolarmente adatto a ricostruire, in THE FALLING, una malattia psicogena di massa che sembra essere l’esternazione di un rapimento ed è di natura sessuale, rappresenta la ribellione e perciò è una minaccia per gli adulti. Il 1969 è stato l'anno in cui l'uomo è sbarcato sulla luna, e ho voluto usare la luna come simbolo. È ironico, inoltre, che mentre l’uomo arriva sulla luna, Eileen non possa neanche uscire di casa. Eileen è intrappolata nel suo spazio domestico, mentre l’uomo sta conquistando lo spazio stellare!
“Il 1969 è un anno affascinante, e a me interessava creare un ritratto dinamico dell’epoca, al di là del’immagine tipica degli anni Sessanta. Il 1969 è stato un periodo in cui molti si lamentavano per l’introduzione di una nuova moneta da cinquanta pence, ma nello stesso tempo è stato l’anno in cui le possibilità sembravano infinite. In effetti, potrebbe essere visto come un periodo adolescenziale. I miei personaggi sono emblematici di quel tempo, sono adolescenti che cercano di protendersi verso strade nuove e inesplorate, mentre gli adulti guardano indietro, incapaci di rinunciare al passato.
“Il 1969 è stato anche un periodo in cui le conversazioni tra gli adolescenti sull’occulto, sulla filosofia e sull’amore libero erano di gran moda, e ho voluto portare tutto questo nel film. Per me le malattie psicogene di massa hanno qualcosa di soprannaturale, sono potenti e misteriose. Ho fatto in modo di inserire nel film diverse tracce che le persone possono seguire in modo da giungere alle proprie conclusioni sull’origine della malattia. Spero che alcuni credano che ci sia qualcosa di sovrumano circa gli eventi che accadono, che ci sia un’altra forza al lavoro. Ho inserito nel tessuto del film anche diverse idee di Carl Jung: a un certo punto del film, il fratello di Lydia, Kenneth (Joe Cole), legge una citazione diretta di Jung sull’inconscio collettivo che termina con queste parole: ‘Antichi segreti salgono in superficie’. Questo per me è il cuore del film.
“Tutti i miei film sono attenti all’importanza che assume nella vita la costruzione di una identità. Quando Lydia dice allo psichiatra che secondo lei ogni individuo è in realtà tre persone, ossia la persona che gli altri vedono, la persona che pensi di essere, e la persona che sei davvero, si immerge nel senso profondo di quel che una persona è realmente”.