Giovedì, 26 Luglio 2018 15:35

FONDAZIONE CARIPLO, CARISAL E ANGELO FRATTINI SVELANO AI MASTERCLASSER I SEGRETI DEI MESTIERI GREEN E DELLA TUTELA AMBIENTALE

“Non più l’ambiente a servizio dell’uomo, ma l’uomo a servizio dell’ambiente”: la necessità di un capovolgimento di paradigma ideologico viene evidenziato nel corso della Masterclass Green, che entra nella sua fase operativa, presentando i mestieri sempre più richiesti dall’implementazione di un’economia circolare. Fantasia, creatività e sostenibilità sono i punti cardine del progetto “Green Jobs” intrapreso da Fondazione Cariplo, presentata dal direttore Area Ambiente, Elena Jachia, che, dopo Milano, sarà sperimentato il prossimo anno anche in due istituti superiori di Salerno in sinergia con la Fondazione Carisal

“L’obiettivo è coniugare le tematiche dell’imprenditorialità, trasformando le idee in imprese con una visione green, con competenze e modelli di gestione organizzativa nei diversi settori ambientali, in osservanza alla normativa ambientale - spiega Jachia – Alla base della metodologia pensata insieme ad esperti, è stato definito un protocollo in cui centrale è la relazione con le aziende del territorio, in una contaminazione reciproca, fuori dalle aule chiuse delle scuole”. Un’idea progettuale che diventa nazionale con 100 classi coinvolte in tutta Italia. “Viviamo questa settimana al Giffoni Film Festival concentrandoci sul tema acqua, elemento fondamentale per la nostra sopravvivenza”, insiste Alfonso Cantarella della Fondazione Carisal. 

Tra le varie iniziative intraprese nel settore ambiente, anche la realizzazione di una guida ai mestieri green, realizzata con il Campania EcoFestival di Nocera. Energy manager, certificatore energetico, installatore di pannelli fotovoltaici, ecoauditor, mobility manager, esperto in bioedilizia, bio agricoltore, educatore e guida ambientale, eco-designer e comunicatore ambientale sono i nuovi profili maggiormente richiesti da un mercato che risponde a logiche green. L’intento della guida è valorizzare sia i mestieri della tradizione, che quelli più innovativi in ottica sostenibile. Una masterclass diversa, pluralista, che racconta casi concreti di sviluppo nel rispetto del territorio: tra questi l’esperienza di frontiera, sul campo, del magistrato Angelo Frattini, sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale dei Minorenni di Salerno, per anni impegnato negli illeciti ambientali tra il 1990 e il 2010

“Prima non esisteva un’emergenza rifiuti, sensibilità cresciuta nel tempo”, sottolinea il Pm, che ha condotto diverse inchieste giudiziarie sulla tutela dell’acqua. “È fondamentale preservare l’habitat rispettando i principi della nostra meravigliosa Costituzione. Dagli anni ‘90 in poi c’è maggiore attenzione alle tematiche ambientali, tradotta in schizofrenia legislativa - evidenzia il magistrato - Il Testo Unico Ambientale è il punto di riferimento, con limiti e parametri da rispettare. Poi il Codice di Tutela del Paesaggio che prevede sanzioni. Dietro l’apparente legalità si cela l’illegalità a volte”. 

Cita come esempio le industrie conciarie, con l’utilizzo nei processi di lavorazione di sostanze chimiche, come il cromo esavalente, e reflui scaricati nell’ambiente senza depurazione regolare, creano danno incredibili all’ecosistema fluviale, con conseguenze sulle acque marine. Tra gli effetti malattie veneree, crisi respiratorie, intossicazioni. “Invece di depuratori funzionanti, avevano creato bypass illegali per scaricare nel fiume Solofrana – incalza - Condotte abusive in plastica con danneggiamento di acque, immissione di odori maleodoranti, emissioni di gas nocivi. Lo stesso per la lombricoltura, che se  alimentata con scarti vegetali dovrebbe produrre humus fertilizzante naturale, e invece ha dato origine in passato ad attività delinquenziali con accordi con società del nord per lo smaltimento di rifiuti tossici, radioattivi e reflui ospedalieri”. Di qui l’allarme per il gap infrastrutturale scontato dall’ambiente in 30 anni di abusivismo edilizio sfrenato, scaricando nei fiumi:  territori privi di fognature per il 90per cento e assenza di ecodepuratori. “Per questo è difficilissimo avere un concreto risultato in termini di bonifica. Le istituzioni devono creare impianti di compostaggio, di incenerimento e condutture fognarie, bonificando le situazioni pregresse ed evitando concentrazioni di nuovi siti in un unico territorio come a Battipaglia, o di dislocare con piccoli e medi impianti realtà come le fonderie Pisano o lo Stir, oltre a recuperare le cave abusive e mai bonificate”. Valorizzazione dei luoghi è anche la mission del Campania Ecofestival, presentato dal presidente Giuseppe Del Sorbo: un esperimento di divulgazione ambientale condotto attraverso arte, cultura e concerti, ospitati negli spazi dell’isola ecologica di Nocera. Piccolo focus anche sulla bioedilizia con l’esperienza di CS Tecna, azienda che a Battipaglia si concentra su due segmenti differenti: allevamento intensivo bufalino, con reflui da gestire e produzione agricole di quarta gamma, con la creazione di serre a superficie impermealizzata, che inducono al ripensamento dello smaltimento in termini sostenibili. 

Last modified on Giovedì, 26 Luglio 2018 15:49